Lavoro in Sardegna: aumento dell’occupazione, ma crescono disoccupati e precari

Marianna Ritini

Agosto 23, 2025

L’inizio del 2025 per il mercato del lavoro in Sardegna presenta una situazione complessa, caratterizzata da segnali contrastanti. Nel primo trimestre dell’anno, i dati mostrano un incremento del 4% nel numero totale degli occupati rispetto al quarto trimestre del 2024. Tuttavia, il tasso di disoccupazione ha registrato un aumento preoccupante.

Nel periodo compreso tra gennaio e marzo 2025, il tasso di disoccupazione in Sardegna ha raggiunto il 9,6%, con un picco del 10,1% tra le donne. Per trovare cifre più elevate, è necessario risalire ai primi sei mesi del 2023. Sebbene il dato sardo sia inferiore alla media del Mezzogiorno, che si attesta al 12,6%, risulta comunque quasi tre punti percentuali superiore alla media nazionale, pari al 6,8%. Questa apparente contraddizione è attribuibile alla prevalenza di contratti stagionali, a termine o part-time, all’interno di un contesto demografico caratterizzato da un lento ricambio generazionale e da un’emigrazione di giovani sardi altamente istruiti.

Forza lavoro femminile in crescita

Nei primi mesi del 2025, la Sardegna ha registrato un aumento significativo della forza lavoro, in particolare nel segmento femminile. Dopo un 2023 difficile e un inizio del 2024 di stabilità, gli ultimi trimestri hanno visto un incremento della forza lavoro superiore rispetto al resto d’Italia. Nel primo trimestre del 2025, la variazione percentuale ha raggiunto il 4,7% rispetto al quarto trimestre del 2024, mentre nel Mezzogiorno l’aumento è stato solo dell’1,1% e la media nazionale ha segnato un incremento ancora più contenuto, pari allo 0,8%. La forza lavoro femminile ha visto una crescita del 5,4%, un risultato che non si registrava da tre anni, sia a livello regionale che nazionale.

Calano gli inattivi dal 2023

Il mercato del lavoro sardo ha registrato nel primo trimestre del 2025 il numero più basso di inattivi degli ultimi tre anni, con 340,9 mila persone, rispetto al picco di 379,5 mila registrato nei primi mesi del 2023. La diminuzione della popolazione inattiva è particolarmente evidente, con una riduzione del 7,6% rispetto al primo trimestre dell’anno, mentre le altre regioni del Mezzogiorno hanno visto una diminuzione dell’1,4% e la media nazionale ha registrato un modesto -0,8%. Tra gli uomini, il calo degli inattivi è stato più marcato, con un -9,2%, mentre tra le donne la riduzione è stata di 6,5 punti percentuali. Tuttavia, mentre le donne mostrano una continua diminuzione degli inattivi dal 2023, gli uomini hanno registrato aumenti in alcuni periodi, come nel secondo trimestre del 2023 e nel terzo del 2024.

Disoccupazione al 9,6%

La stagionalità dei contratti di lavoro in Sardegna, particolarmente accentuata nei mesi estivi, è evidenziata dall’aumento della disoccupazione, che è cresciuta di oltre 22 mila unità dal terzo trimestre del 2024 al primo trimestre del 2025. In termini percentuali, il tasso di disoccupazione ha registrato un incremento del 10,7% rispetto al trimestre precedente, in contrasto con il -26,3% osservato durante i mesi estivi del 2024. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 9,6%, superiore alla media nazionale del 6,8% e inferiore al 12,6% del Mezzogiorno. Questo dato regionale mostra un trend in aumento rispetto ai due trimestri precedenti, con un incremento dello 0,2% rispetto al quarto trimestre e del 3,2% rispetto al terzo.

Crescita dell’occupazione, soprattutto femminile

Nel primo trimestre del 2025, il numero totale degli occupati in Sardegna ha raggiunto 605,2 mila, secondo i dati forniti dall’Istat, suddivisi in 340,9 mila uomini e 264,3 mila donne. Questo rappresenta il valore più elevato dal 2023, ad eccezione del terzo trimestre del 2024. L’occupazione ha visto un aumento complessivo del 4% rispetto ai primi tre mesi del 2024, una performance nettamente migliore rispetto alla media nazionale (+1,8%) e a quella del Mezzogiorno (+2,8%). In particolare, l’occupazione femminile ha registrato un incremento del 5,2%, superando quella maschile, che è aumentata del 3,2%.

Disoccupazione in calo in tre province su cinque

Non tutte le province sarde hanno beneficiato della tendenza positiva del mercato del lavoro. Secondo i dati Istat, il tasso di disoccupazione complessivo è diminuito in tre province su cinque, con il Sud Sardegna che ha registrato una riduzione di 3,3 punti percentuali, passando dall’11,4% nel 2023 all’8,1% nel 2024. Anche nel Cagliaritano si è osservato un calo del 2,6% su base annua, mentre a Sassari il tasso è sceso dal 9,6% al 7,5%. Al contrario, il Nuorese ha visto un aumento di 2,6 punti e Oristano ha registrato un incremento dello 0,4%. Tra gli uomini, il tasso di disoccupazione è diminuito significativamente nel Sud Sardegna, mentre tra le donne è calato nel Sassarese, con un aumento nel 2024 della disoccupazione femminile a Oristano.

Nuovi contratti di lavoro: edilizia e industria in crescita

Nel primo trimestre del 2025, il report di Banca d’Italia ha mostrato che le attivazioni nette di contratti di lavoro in Sardegna sono rimaste stabili rispetto ai primi tre mesi del 2024. Tuttavia, si sono registrati aumenti nei settori edile e industriale, mentre i servizi hanno subito una contrazione. L’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro ha evidenziato che nel 2024 sono state create 6.300 posizioni di lavoro nel settore privato non agricolo, oltre 2 mila in meno rispetto al 2023, con una particolare diminuzione dei contratti a tempo indeterminato. Questa flessione ha colpito in particolare i lavoratori più giovani, con una riduzione significativa nel settore industriale e nei servizi turistici.

Politiche regionali per l’occupazione

La Presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, ha delineato gli obiettivi delle politiche regionali per l’occupazione, ponendo l’accento sull’importanza di investire in competenze e innovazione per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro. Durante un recente convegno organizzato da Cna Sardegna, ha sottolineato la necessità di collegare formazione e mondo del lavoro, affermando che non bisogna forzare i giovani a rimanere in Sardegna, ma piuttosto valorizzare le competenze acquisite altrove. Inoltre, ha evidenziato l’importanza dell’innovazione e della trasformazione digitale, in particolare nella pubblica amministrazione, insieme alla disponibilità di strumenti finanziari per le piccole e medie imprese locali.

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