All’interno della controversa struttura detentiva nota come ‘Alligator Alcatraz’, situata in Florida, circa 700 migranti si trovano attualmente in condizioni critiche. Questa struttura, creata in tempi rapidi lo scorso giugno dall’Amministrazione di Donald Trump, è stata al centro di forti critiche da parte di attivisti e gruppi ambientalisti, che denunciano le gravissime condizioni di detenzione.
Decisione della giudice Kathleen Williams
Il 22 agosto 2025, la giudice federale Kathleen Williams, operante nella corte distrettuale della Florida del sud, ha emesso un’ordinanza che ordina la chiusura della struttura entro sessanta giorni. La decisione giunge in risposta a una querela presentata da organizzazioni ambientaliste e dalla tribù Miccosukee, come riportato dal Miami Herald. La giudice ha stabilito che, fino alla chiusura definitiva, non sarà possibile trasferire ulteriori detenuti nella struttura, evidenziando la necessità di rimuovere tutte le strutture utilizzate per il campo entro nove settimane.
Danni all’ecosistema e impegno per l’ambiente
La magistrata ha sottolineato che la presenza di ‘Alligator Alcatraz’ sta causando danni irreparabili all’ecosistema fragile delle paludi circostanti, un’area già compromessa da precedenti progetti, come il piano per la costruzione di un aeroporto negli anni Sessanta, che era stato bloccato proprio per salvaguardare l’ambiente. Nelle ultime settimane, la giudice Williams aveva già imposto uno stop all’espansione del campo, segnalando un crescente impegno nel tutelare l’ambiente e i diritti umani.
Importanza della chiusura della struttura
La chiusura della struttura è vista come un passo importante verso la salvaguardia dell’ecosistema locale e il miglioramento delle condizioni di vita dei migranti detenuti. La giudice ha espresso la speranza che il processo di trasferimento dei detenuti avvenga “in una maniera sicura, umana e responsabile“, ponendo l’accento sulla necessità di un approccio più rispettoso nei confronti delle persone vulnerabili, in particolare in un contesto così delicato come quello della detenzione migratoria.