Ungheria: attacco all’oleodotto Druzhba, Budapest accusa Kiev e richiede Ue

Lorenzo Di Bari

Agosto 22, 2025

La scorsa notte, un nuovo attacco ha colpito l’oleodotto Druzhba, fondamentale per il trasporto di petrolio dalla Russia all’Ungheria. Questo evento, avvenuto il 22 agosto 2025, ha portato all’interruzione immediata dei rifornimenti, come denunciato dal ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, attraverso un tweet. Si tratta del terzo attacco in un breve lasso di tempo, suscitando preoccupazioni crescenti riguardo alla sicurezza energetica dell’Ungheria.

Le conseguenze dell’attacco all’oleodotto Druzhba

L’oleodotto Druzhba, noto anche come “oleodotto dell’Amicizia”, è cruciale per l’approvvigionamento energetico dell’Ungheria e della Slovacchia. Szijjártó ha messo in evidenza che l’interruzione delle forniture di petrolio durerà almeno cinque giorni, con gravi ripercussioni per entrambi i paesi. Ha descritto l’attacco come un “chiaro attacco alla nostra sicurezza energetica” e ha accusato l’Ucraina di essere direttamente coinvolta in questi eventi.

Il ministro ha richiesto un intervento da parte della Commissione Europea, sottolineando che l’ente deve agire contro gli attacchi ripetuti all’oleodotto. Szijjártó ha evidenziato che, nonostante gli impegni presi a gennaio dalla Commissione, non è stata intrapresa alcuna azione concreta per proteggere gli interessi energetici degli Stati membri. La situazione ha sollevato interrogativi sulla capacità dell’Unione Europea di garantire la sicurezza energetica in un contesto di crescente tensione geopolitica.

Le dichiarazioni di Péter Szijjártó

In un tweet successivo, Szijjártó ha ribadito l’importanza dell’oleodotto per l’approvvigionamento energetico dell’Ungheria, affermando che senza di esso, è fisicamente impossibile fornire petrolio ai paesi coinvolti. Ha sottolineato che gli attacchi non danneggiano solo la Russia, ma colpiscono direttamente Ungheria e Slovacchia, creando una situazione di crisi energetica.

Il ministro ha chiesto una risposta immediata da parte della Commissione Europea, affermando che Bruxelles deve riconoscere il proprio ruolo e responsabilità nella protezione degli Stati membri. La sua posizione è chiara: non è accettabile che l’ente rimanga in silenzio di fronte a tali aggressioni. Szijjártó ha concluso il suo messaggio con un invito a riflettere sul fatto che la Commissione Europea deve agire in difesa degli interessi degli stati membri, piuttosto che favorire posizioni che potrebbero compromettere la stabilità energetica dell’Ungheria e della Slovacchia.

La situazione rimane tesa, con l’Ungheria che si trova a dover affrontare non solo le conseguenze immediate degli attacchi all’oleodotto, ma anche il rischio di un’ulteriore escalation del conflitto nella regione.

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