L’occupazione di Gaza City e i nuovi insediamenti in Cisgiordania: le strategie di Netanyahu nel conflitto Israele-Hamas

Marianna Ritini

Agosto 22, 2025

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato la ripresa dei negoziati per liberare gli ostaggi, mentre la situazione a Gaza e in Cisgiordania continua a destare preoccupazione a livello internazionale. La presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha espresso il suo dissenso, definendo le recenti azioni israeliane come un’ulteriore escalation del conflitto.

Occupazione di Gaza City: la prima fase avviata

Il 2 gennaio 2025, Israele ha ufficialmente avviato la prima fase dell’occupazione di Gaza City, ritenuta un’importante roccaforte di Hamas. La portavoce delle Forze di difesa israeliane, Effie Defrin, ha confermato che le IDF hanno iniziato la seconda fase dell’operazione Gideon’s Chariots, lanciata a maggio dello scorso anno. “Le operazioni preliminari sono in corso e le nostre forze controllano già la periferia di Gaza City“, ha dichiarato la portavoce.

In questo contesto, centinaia di palestinesi stanno abbandonando i sobborghi di Zeitoun e Sabra, dirigendosi verso la parte nordoccidentale della città. Le truppe israeliane hanno iniziato le operazioni nelle aree di Zeitoun e Jabalia, con l’intento di occupare completamente Gaza City. Per sostenere l’operazione, sono stati richiamati circa 60.000 riservisti. Il Ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dato il via libera all’invasione dopo consultazioni con il Capo di Stato Maggiore, il Tenente Generale Eyal Zamir, e altri alti ufficiali. Gli obiettivi dichiarati includono la liberazione degli ostaggi israeliani, la neutralizzazione delle capacità militari di Hamas e l’istituzione di una zona di sicurezza lungo il confine israeliano. Sono previsti anche corridoi umanitari per facilitare l’assistenza alla popolazione civile durante l’avanzata delle forze israeliane.

Nuovi insediamenti in Cisgiordania

Il 3 gennaio 2025, l’Alta commissione di pianificazione dell’Amministrazione civile israeliana ha autorizzato un progetto controverso per la costruzione di circa 3.400 unità abitative in Cisgiordania, nella zona conosciuta come E1, che si trova tra Gerusalemme Est e l’insediamento di Maale Adumim. L’organizzazione israeliana Peace Now ha reso pubblica la notizia, sottolineando la presenza di un rappresentante durante la pianificazione.

L’area di E1, che copre circa 12 chilometri quadrati, è considerata strategicamente delicata. La costruzione di nuovi insediamenti in questa zona potrebbe compromettere la continuità territoriale di un futuro stato palestinese. La scorsa settimana, il Ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, aveva affermato che il progetto mira a “sotterrare l’idea di uno stato palestinese”, evidenziando l’intento del governo israeliano di consolidare la propria presenza nella regione.

Netanyahu e i negoziati per gli ostaggi

In un video pubblicato il 4 gennaio 2025, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato: “Ho ordinato l’avvio immediato dei negoziati per il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la fine della guerra, a condizioni accettabili per Israele“. Netanyahu ha anche confermato di aver approvato i piani militari per “prendere il controllo di Gaza City e sconfiggere Hamas“. Tuttavia, il suo ufficio ha comunicato al Times of Israel che non ci sono attualmente piani per inviare una delegazione israeliana in Qatar o in Egitto per discutere un cessate il fuoco o il rilascio degli ostaggi.

La reazione di Meloni

La presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha espresso “profonda preoccupazione” per le recenti decisioni del governo israeliano riguardo alla situazione a Gaza e in Cisgiordania. Meloni ha riaffermato l’impegno dell’Italia per la pace, la sicurezza e il rispetto del diritto internazionale. In particolare, ha criticato l’occupazione di Gaza, definendola un’ulteriore escalation militare che potrebbe aggravare la già critica situazione umanitaria.

Meloni ha sottolineato l’importanza di un impegno collettivo per raggiungere un cessate il fuoco e garantire il rilascio degli ostaggi, evidenziando la necessità di assistenza umanitaria per la popolazione civile di Gaza. Inoltre, ha condannato la decisione israeliana di autorizzare nuovi insediamenti in Cisgiordania, sottolineando che tale azione è contraria al diritto internazionale e mina la possibilità di una soluzione a due Stati.

Dichiarazione congiunta contro gli insediamenti

Il 5 gennaio 2025, il Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha firmato una Dichiarazione congiunta con i rappresentanti di altri 20 Paesi e dell’Unione Europea, condannando fermamente la decisione israeliana di procedere con nuovi insediamenti in Cisgiordania. La dichiarazione sottolinea come tali azioni violino il diritto internazionale e minaccino la sicurezza e la prosperità nella regione.

Tajani ha evidenziato che il piano di insediamenti compromette gravemente la possibilità di una soluzione a due Stati, ostacolando l’accesso dei palestinesi a Gerusalemme e dividendo il futuro Stato palestinese. La mobilitazione della comunità internazionale su questo tema evidenzia l’urgenza di una risposta coordinata per affrontare le sfide attuali nel conflitto israelo-palestinese.

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