Israele, Katz avverte: “Se Hamas non si arrende, Gaza City sarà distrutta”

Lorenzo Di Bari

Agosto 22, 2025

Il 22 agosto 2025, il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha annunciato l’approvazione di nuovi piani militari da parte delle Forze di Difesa israeliane (IDF) per affrontare Hamas nella Striscia di Gaza. Questa operazione mira specificamente all’occupazione di Gaza City, con Katz che ha avvertito che “le porte dell’inferno si apriranno” per i membri di Hamas, se non accetteranno le condizioni imposte da Israele. Tra queste, il rilascio di tutti gli ostaggi e il disarmo del gruppo militante.

Le dichiarazioni del ministro della difesa

Durante un’intervista, il ministro Katz ha sottolineato che la nuova offensiva è necessaria per “sconfiggere Hamas a Gaza“. Ha chiarito che l’operazione non si fermerà fino a quando il gruppo non accetterà le richieste di Israele. Katz ha descritto Gaza City come un potenziale “campo di battaglia”, paragonando la situazione a quella di Rafah e Beit Hanoun, due città della Striscia che hanno subito devastazioni significative a causa dei bombardamenti israeliani. Le sue parole hanno suscitato preoccupazioni non solo per la popolazione civile di Gaza, ma anche per la comunità internazionale, che teme un’escalation del conflitto.

Il contesto del conflitto israelo-palestinese

Il conflitto tra Israele e Hamas ha radici profonde e complesse. Da quando Hamas ha preso il controllo della Striscia di Gaza nel 2007, le tensioni tra le due parti sono aumentate, con numerosi conflitti armati e operazioni militari da entrambe le parti. La situazione è ulteriormente complicata dalla questione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e dalla mancanza di un processo di pace efficace. Le dichiarazioni di Katz si inseriscono in un contesto di crescente violenza e instabilità nella regione, dove le speranze per una risoluzione pacifica sembrano sempre più lontane.

Le reazioni internazionali

Le reazioni alla dichiarazione del ministro Katz non si sono fatte attendere. Organizzazioni internazionali e governi di vari paesi hanno espresso preoccupazione per l’impatto che una nuova operazione militare potrebbe avere sui civili a Gaza. Le Nazioni Unite e altre entità umanitarie hanno avvertito che un’escalation del conflitto potrebbe portare a una crisi umanitaria senza precedenti. Molti esperti di politica estera temono che la situazione possa degenerare ulteriormente, rendendo difficile qualsiasi tentativo di negoziato o dialogo tra le parti coinvolte.

La situazione in Medio Oriente rimane tesa, con gli sviluppi futuri che potrebbero avere conseguenze significative non solo per la regione, ma anche per la stabilità globale. La comunità internazionale osserva attentamente, mentre i cittadini di Gaza vivono in uno stato di incertezza e paura.

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