L’ex presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha espresso le sue preoccupazioni riguardo alla situazione attuale dell’Unione Europea durante il suo intervento al Meeting di Rimini il 20 agosto 2025. Draghi ha sottolineato come l’Unione si trovi costretta a subire i dazi imposti dagli Stati Uniti, ad aumentare la spesa militare e a ricoprire un ruolo marginale nei conflitti internazionali. Secondo lui, è necessario un cambiamento radicale.
Draghi ha evidenziato che l’Unione Europea ha a lungo creduto che la sua vasta dimensione economica, con circa 450 milioni di consumatori, le conferisse un potere geopolitico significativo. Tuttavia, il 2025 sarà ricordato come l’anno in cui questa convinzione è svanita. “Abbiamo dovuto accettare i dazi imposti dal nostro principale partner commerciale e alleato storico, gli Stati Uniti“, ha dichiarato. Ha aggiunto che l’alleato ha spinto l’Europa a incrementare la spesa militare, una decisione che, sebbene necessaria, non riflette appieno gli interessi europei.
L’ex premier ha poi messo in evidenza il contributo dell’Unione alla guerra in Ucraina, sottolineando come, nonostante il sostegno finanziario, il suo ruolo nei negoziati per la pace sia stato piuttosto limitato. Draghi ha osservato che mentre l’Unione ha cercato di mantenere una posizione attiva, la Cina ha apertamente supportato gli sforzi bellici della Russia, espandendo la propria capacità industriale e sfruttando la situazione per aumentare la propria influenza nel mercato europeo.
Draghi ha anche criticato l’inefficacia delle proteste europee nei confronti della Cina, che non considera l’Europa alla pari e utilizza il suo controllo sulle terre rare per aumentare la dipendenza europea. “L’Europa si è trovata a essere spettatrice mentre i conflitti internazionali si intensificavano”, ha affermato, citando la situazione in Iran e il conflitto a Gaza.
La necessità di un cambiamento nell’unione europea
Draghi ha sottolineato che lo scetticismo nei confronti dell’Unione non è una negazione dei valori fondanti, come democrazia e libertà, ma piuttosto una questione di capacità di difenderli. Ha spiegato che, nel corso della storia, le organizzazioni politiche devono adattarsi alle sfide del loro tempo. L’Unione Europea è stata creata per rispondere ai fallimenti degli Stati nazionali nel proteggere questi valori durante il XX secolo.
Ha proseguito affermando che anche coloro che sostengono che l’Ucraina dovrebbe cedere alle richieste russe non accetterebbero mai un simile destino per il loro Paese. “Tutti attribuiscono valore alla libertà e all’indipendenza“, ha affermato Draghi, evidenziando l’importanza di una difesa collettiva per garantire la pace in Europa.
L’ex presidente del Consiglio ha concluso questa sezione del suo intervento affermando che è insostenibile sostenere che l’Europa starebbe meglio senza l’Unione. La costruzione di un’Europa unita è stata una risposta necessaria ai conflitti storici e le sfide attuali richiedono un’ulteriore evoluzione.
Un cambiamento epocale nei modelli globali
Secondo Draghi, l’era caratterizzata dal liberalismo, che ha dominato dagli anni Ottanta ai primi Duemila, è giunta al termine. “Molte delle sue caratteristiche sono state cancellate”, ha dichiarato, sottolineando come le politiche industriali siano diventate ora centrali nel panorama economico. Ha osservato che, mentre in passato ci si affidava ai mercati per guidare l’economia, oggi si assiste a un uso crescente della forza militare e della potenza economica per tutelare gli interessi nazionali.
In questo nuovo contesto, Draghi ha avvertito che l’Europa appare poco preparata ad affrontare le sfide attuali, dove la geoeconomia e la sicurezza sono diventate priorità fondamentali. Ha sottolineato l’urgenza di un adeguamento delle strutture politiche europee per rispondere a queste nuove esigenze, che sono diventate essenziali per la stabilità e il benessere del continente.