L’ex ambasciatore a Kiev, Pier Francesco Zazo, ha rilasciato dichiarazioni significative riguardo ai recenti sviluppi diplomatici tra la Russia e l’Ucraina. Secondo Zazo, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, non accetterà mai il ritiro delle forze ucraine dal Donbass. Le sue osservazioni arrivano dopo i vertici che si sono svolti in Alaska e Washington, dove si è discusso del conflitto in corso. Zazo ha espresso scetticismo riguardo ai possibili risultati del bilaterale tra Zelensky e il presidente russo, Vladimir Putin, avvenuto nel 2025, sottolineando che la presenza di Donald Trump come mediatore non garantisce imparzialità .
Il contesto degli incontri tra Putin e Zelensky
L’ex ambasciatore ha evidenziato l’importanza dell’incontro tra Putin e Zelensky, definendolo un passo positivo, ma ha anche avvertito che non ci si deve aspettare risultati concreti. Zazo ha osservato che il presidente russo ha accettato di incontrare Zelensky principalmente per compiacere Trump, il quale ha presentato l’incontro come un grande successo. Zazo, presente a Kiev il giorno dell’invasione russa, il 24 febbraio 2022, ha messo in luce come la visione di Putin consideri gli ucraini e i russi come un unico popolo, e l’Ucraina come uno stato artificiale. Di conseguenza, il conflitto è visto come una guerra per procura.
Zazo ha sottolineato che, nonostante gli sforzi diplomatici, non ci sono stati progressi significativi verso la fine della guerra. La situazione è complicata dalla posizione di Trump, che ha abbracciato la tesi di Putin, sostenendo che una tregua non è necessaria, ma piuttosto un accordo che affronti le cause profonde del conflitto. Questa posizione, secondo l’ex ambasciatore, potrebbe allungare i tempi per raggiungere la pace, poiché Putin potrebbe continuare a negoziare senza compromettersi.
Le richieste russe e le reazioni ucraine
Zazo ha evidenziato che il ritiro dal Donbass, richiesto da Putin, è inaccettabile per Kiev. La perdita di queste posizioni comprometterebbe le difese ucraine e consentirebbe un’avanzata russa verso Dnipro o Kharkiv. Il presidente ucraino, consapevole della pressione della popolazione stremata dopo anni di conflitto, potrebbe considerare una tregua lungo l’attuale linea del fronte. Tuttavia, accettare il diktat russo di un ritiro completo dal Donbass è fuori discussione, poiché ciò significherebbe cedere senza combattere.
Zelensky è disposto a discutere di cessioni territoriali solo in cambio di garanzie di sicurezza solide. Con la prospettiva di aderire alla NATO ormai sfumata, l’Ucraina sta cercando di ottenere un esercito forte come deterrente contro future aggressioni. Recentemente, a Washington, è emersa l’idea di fornire garanzie di sicurezza simili a quelle dell’articolo 5 della NATO.
Le implicazioni delle garanzie di sicurezza
Zazo ha messo in guardia riguardo alla possibilità che Mosca accetti un modello di garanzie di sicurezza che preveda la presenza di truppe alleate sul territorio ucraino. Il Cremlino ha già dichiarato di non poter accettare tali condizioni. La proposta italiana, che non prevede la presenza diretta di truppe straniere, potrebbe essere vista come un passo verso una soluzione, ma resta da verificare se sarà accettata dalla Russia.
L’ex ambasciatore ha ricordato i negoziati di Istanbul del marzo 2022, che si erano arenati a causa delle pretese russe di avere un diritto di veto. Inoltre, ha sollevato interrogativi sulla disponibilità dei paesi occidentali ad affrontare un potenziale confronto militare diretto con la Russia, considerando che l’articolo 5 della NATO stabilisce che un attacco a un membro sarà considerato un attacco a tutti.
Attualmente, si stanno svolgendo discussioni tra Washington e Bruxelles riguardo ai prossimi passi da intraprendere, mentre si attende la conferma dell’incontro tra Putin e Zelensky. Le dinamiche geopolitiche continuano a evolversi, rendendo incerta la situazione in Ucraina e le sue implicazioni per la sicurezza europea.
