In Francia aumenta il movimento di protesta “Blocchiamo tutto” il 10 settembre. Si avvicinano i Gilet gialli 2.0?

Marianna Ritini

Agosto 20, 2025

Il 10 settembre 2025 si preannuncia come una data cruciale per la Francia, dove il movimento “Bloquons tout” sta guadagnando terreno. I sindacati e il partito La France Insoumise, guidato da Jean-Luc Mélenchon, hanno annunciato la loro adesione a una giornata di mobilitazione che promette di “non pagare, non consumare e non lavorare”. Questo movimento, che richiama alla mente le manifestazioni dei Gilets Jaunes tra il 2018 e il 2019, si propone di paralizzare il paese come forma di protesta contro le misure governative.

Origini del movimento “bloquons tout”

Il movimento “Bloquons tout” è emerso all’inizio dell’estate del 2025, ma le sue origini rimangono nebulose. Alcuni esperti indicano un collettivo noto come ‘Les Essentiels’, associato a posizioni sovraniste e complottiste, come uno dei principali promotori. Il 14 luglio, in un video pubblicato su TikTok, è stata lanciata la prima chiamata alla mobilitazione per il 10 settembre. Da quel momento, l’appello ha trovato sostegno tra ex membri dei Gilets Jaunes e ha cominciato a circolare su diverse piattaforme social, in particolare Telegram e Facebook.

Oggi, il movimento sembra attrarre un ampio spettro di partecipanti, che spaziano dall’estrema destra all’estrema sinistra, uniti dalla contrarietà ai tagli di bilancio e dalla proposta del governo di abolire due giorni festivi. La France Insoumise e alcuni sindacati, come Force Ouvrière e la CGT, hanno espresso il loro sostegno alla protesta, evidenziando la crescente insoddisfazione popolare nei confronti delle politiche governative.

Il sostegno di la france insoumise

Jean-Luc Mélenchon, leader di La France Insoumise, ha invitato i suoi militanti a unirsi al movimento “Bloquons tout”. In un articolo pubblicato su ‘La Tribune Dimanche’ il 16 agosto, Mélenchon ha esortato i suoi sostenitori a collaborare con i collettivi locali per garantire il successo della mobilitazione. Ha sottolineato che la “mobilitazione popolare” deve andare di pari passo con l’azione parlamentare, chiedendo un’offensiva per far cadere il governo e una sessione straordinaria dell’Assemblea Nazionale per presentare una mozione di censura.

Il coordinatore di La France Insoumise, Manuel Bompard, ha ribadito che le richieste del movimento non sono necessariamente di destra, ma riflettono una domanda di maggiore democrazia e giustizia sociale. La principale rivendicazione riguarda il piano di bilancio proposto da François Bayrou, il quale è stato annunciato prima dell’estate e che molti considerano inaccettabile.

Le reazioni politiche e le prospettive future

Bruno Cautrès, politologo del Centro di ricerca politica di Sciences Po, ha analizzato la situazione, affermando che il sostegno di La France Insoumise al movimento non sorprende. Secondo Cautrès, l’obiettivo è mobilitare l’elettorato che si sente trascurato dalla sinistra. Nonostante le origini sovraniste del movimento, emerge un profondo malcontento verso la situazione politica attuale e le proposte di bilancio di Bayrou.

Rémi Lefebvre, professore di scienze politiche all’Università di Lille, ha osservato che il sostegno di La France Insoumise potrebbe minare la posizione di Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, la quale sta mostrando esitazione nel schierarsi con “Bloquons tout”. Frédéric Gonthier, sociologo di Science Po Grenoble, ha evidenziato come il movimento rappresenti una convergenza di tendenze politiche diverse, unendo slogan di sinistra e di destra in un appello per il popolo sovrano, produttore e consumatore della ricchezza nazionale.

Il 10 settembre si avvicina e con esso la possibilità di una mobilitazione di massa che potrebbe avere un impatto significativo sulla scena politica francese. La tensione cresce e i prossimi giorni saranno cruciali per capire come si evolverà questa situazione.

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