Dopo il recente incontro di Washington, Giampiero Massolo, senior advisor dell’Ispi ed ex segretario generale della Farnesina, ha sottolineato che il percorso verso una soluzione della crisi ucraina non sarà né semplice né immediato. Il 19 agosto 2025, durante un’intervista con l’Adnkronos, Massolo ha evidenziato come, nonostante il vertice abbia portato a sviluppi significativi, i problemi rimangano irrisolti. La compattezza mostrata dai leader europei ha impedito una “svendita dell’Ucraina“, ma la strada è ancora lunga.
Il contesto del vertice di Washington
Il vertice tenutosi alla Casa Bianca ha visto la partecipazione di Donald Trump, Volodymyr Zelensky e vari leader europei. Massolo ha osservato che, sebbene ci siano stati alcuni risultati positivi, come il coinvolgimento degli Stati Uniti nelle garanzie di sicurezza per Kiev, il negoziato è appena cominciato. L’ex segretario generale ha messo in guardia contro l’aspettativa di soluzioni rapide, sottolineando che i problemi fondamentali continuano a persistere. Il summit ha avuto il merito di innescare un processo di dialogo, ma le sfide rimangono significative.
Massolo ha ricordato che il vertice di Anchorage ha già avviato un percorso, ma ora è necessario sviluppare ulteriormente le discussioni avviate. Il rischio di una svendita dell’Ucraina, in cambio di un accordo tra Stati Uniti e Russia, è stato evitato grazie alla determinazione dei Paesi europei. Tuttavia, le questioni chiave da affrontare rimangono, incluso il delicato scambio di territori per garanzie di sicurezza.
Le sfide del negoziato
Un tema centrale sollevato da Massolo è lo scambio tra territori ucraini e garanzie di sicurezza per Kiev. Questo scambio, ha spiegato, è un processo complesso che richiede un’accurata costruzione di accordi bilaterali tra Russia e Ucraina. Le garanzie di sicurezza, d’altra parte, devono necessariamente essere formulate in un contesto intergovernativo, con un ruolo cruciale degli Stati Uniti.
Massolo ha evidenziato che gli Stati Uniti sembrano intenzionati a supportare un sistema di garanzie che sarà prevalentemente europeo, ma al momento non esiste un’intesa chiara su come procedere. Diverse nazioni hanno opinioni divergenti su come garantire la sicurezza, oscillando tra la presenza di truppe sul campo e un accordo collettivo di sicurezza. Le decisioni finali dipenderanno dall’assetto negoziale che Russia e Ucraina riusciranno a raggiungere.
Possibilità di un incontro diretto tra Putin e Zelensky
Un altro aspetto rilevante emerso dal vertice di Washington è la possibilità di un incontro diretto tra Putin e Zelensky, eventualmente mediato da Trump. Tuttavia, Massolo ha messo in guardia riguardo a un cambiamento nel paradigma americano, che ora punta a un accordo complessivo senza un cessate il fuoco. Questa condizione conferisce a Putin un certo potere di condizionamento sul processo, costringendo Zelensky a negoziare in un contesto di conflitto attivo.
Massolo ha sottolineato l’importanza delle sanzioni europee come strumento di pressione, evidenziando che le misure più efficaci sono quelle secondarie, che dipendono dalla volontà di Trump di agire come arbitro o come parte coinvolta nel conflitto.
Il ruolo dell’Europa nel processo di pace
Infine, Massolo ha commentato l’importanza della presenza europea al vertice, notando che l’immagine dei leader europei insieme a Trump e Zelensky ha avuto un impatto significativo. L’Europa ha dimostrato una compattezza che ha sorpreso molti, incluso Putin, e ha recuperato un ruolo attivo nel processo di negoziazione. Questo nuovo dinamismo potrebbe rivelarsi cruciale per la stabilità della regione e per il futuro dell’Ucraina.
La situazione resta complessa e le prossime settimane saranno decisive per il futuro del negoziato e per la sicurezza dell’Europa orientale.