Nel villaggio di Mohovo, in Croazia, un’importante scoperta archeologica ha fatto luce su un pezzo di storia romana. Il 18 agosto 2025, una squadra di archeologi guidata da Marko Dizdar ha rinvenuto i resti di una torre di guardia risalente al II secolo d.C. Questa struttura, situata nei pressi delle rive del Danubio, è stata identificata come parte di un sistema difensivo strategico progettato per monitorare i movimenti lungo uno dei punti cruciali del confine dell’Impero romano.
La scoperta della torre di guardia
I resti della torre sono stati trovati tra frammenti di ceramica e fibule antiche, suggerendo l’importanza della struttura nel contesto delle guerre marcomanniche. Secondo le prime analisi condotte dal team di Dizdar, la torre era parte di un complesso sistema difensivo, costruito per proteggere il confine naturale e militare dell’Impero romano lungo il Danubio. Dizdar ha descritto la torre come situata in un punto strategico, con una vista eccellente su un’ampia area circostante, e protetta da burroni profondi su tre lati, rendendola un avamposto difficile da attaccare.
La torre, con una fondazione di 40 metri di lunghezza e 30 di larghezza, era originariamente costruita in legno e si elevava fino a sei metri. Era circondata da fossati e da una palizzata difensiva, evidenziando l’importanza della sua posizione. Non si trattava di un’installazione isolata; la torre comunicava con altri presidi militari, come quelli di Ilok e Sotin, a circa 12 chilometri di distanza. Questa rete di comunicazione era essenziale per garantire la sicurezza delle guarnigioni e per allertare le altre torri in caso di minaccia.
Le guerre marcomanniche e il contesto storico
La costruzione della torre si inserisce nel contesto delle guerre marcomanniche, una serie di conflitti combattuti tra il 166 e il 180 d.C. da Marco Aurelio contro le popolazioni germaniche dei Marcomanni e dei Sarmati Iazigi. Questi conflitti rappresentarono una minaccia significativa per i confini danubiani dell’Impero romano, costringendo Roma a rafforzare le proprie linee di difesa. La torre di Mohovo è testimone di un periodo di intensa attività militare e strategica, evidenziando l’importanza di mantenere un controllo efficace su un territorio costantemente messo alla prova dalle incursioni barbariche.
Gli archeologi hanno identificato che la torre di Mohovo ha subito almeno tre fasi costruttive nel corso della sua esistenza. Questo continuo adattamento delle difese romane riflette la necessità di rispondere alle mutate condizioni politiche e militari dell’epoca. Si ipotizza che la torre possa essere stata trasformata in un piccolo forte nel IV secolo d.C., durante un periodo di instabilità . Gli scavi, avviati ad aprile, hanno rivelato che l’area è stata abitata ininterrottamente dall’età del rame fino al Medioevo, rendendo questa scoperta ancora più significativa.
Prospettive future e importanza della scoperta
La campagna archeologica in corso ha già portato alla luce reperti di grande valore, ma il team di ricerca prevede di continuare le indagini nel 2026, concentrandosi sui resti del presunto forte tardoantico. Questa scoperta non solo arricchisce la comprensione delle strategie difensive romane lungo il Danubio, ma fornisce anche nuove informazioni sulle interazioni tra Roma e i popoli barbari dell’Europa centrale.
La torre di Mohovo rappresenta un tassello fondamentale per ricostruire la storia militare dell’Impero romano, evidenziando l’importanza della regione danubiana come punto di contatto e conflitto tra civiltà diverse. La ricerca continua a svelare segreti del passato, contribuendo a una più profonda comprensione della complessa interazione tra Roma e le popolazioni barbariche del suo tempo.