Il 18 agosto 2025, i blogger militari russi hanno espresso il loro malcontento riguardo agli esiti del vertice tenutosi in Alaska con Donald Trump, sottolineando come l’incontro non abbia soddisfatto le aspettative di Mosca. Le reazioni, diffuse attraverso i loro canali Telegram, rivelano un crescente disagio per la possibilità di un accordo sullUcraina che non rispecchia le aspirazioni di molti russi e dei loro seguaci. Questo malcontento si traduce in un timore crescente che le voci critiche, finora relativamente protette, possano diventare bersaglio di repressione.
Le reazioni dei blogger militari
Le opinioni espresse dai blogger militari riflettono un profondo senso di tradimento. Un post di Call Sign Osetin evidenzia il dolore per i soldati caduti, che non potranno mai assistere ai festeggiamenti dei politici russi in Alaska. L’idea che gli Stati Uniti possano non essere più considerati il nemico giurato è vista come una sconfitta da parte di molti. Ivan Filippov, analista dell’ecosistema Z, ha avvertito che non solo non si dovrebbe procedere a uno scambio di territori, ma nemmeno congelare la linea del fronte. Questo punto di vista è condiviso da diversi esperti e analisti, che vedono nel vertice un potenziale passo indietro per la Russia.
Il vertice in Alaska e le sue implicazioni
L’incontro tra Trump e i rappresentanti russi ha suscitato preoccupazione anche per la scelta dell’Alaska come sede, considerata da alcuni una “umiliazione”. Aleksei Larkin ha espresso il suo disappunto, sottolineando che la Russia si trova in una posizione vulnerabile, avendo ceduto territori in passato. Il timore è che Trump possa utilizzare la sua influenza per costringere Mosca a porre fine alla guerra, minacciando di descrivere la leadership russa come non disponibile al dialogo. Questo scenario ha scatenato un dibattito acceso tra i blogger e gli analisti russi, che vedono il cessate il fuoco e lo scambio di territori come un tradimento degli interessi nazionali.
Critiche interne e repressione
Le critiche al governo russo non sono limitate ai blogger; anche Igor Girkin, ex comandante delle forze separatiste nel Donbass, ha denunciato la situazione attuale. Il blogger Trinadtsatiy, un ex soldato, ha interrotto la sua attività dopo aver ricevuto minacce. Kirill Kichur, un ex commissario di polizia, ha avvertito che chiunque non si allinei con la narrativa ufficiale potrebbe essere colpito da purghe. La repressione delle voci critiche è diventata un tema ricorrente, con il governo che continua a perseguitare chi esprime opinioni contrarie alla guerra, evidenziando la crescente intolleranza verso il dissenso.
Le reazioni al vertice di Alaska e le conseguenze per la Russia dimostrano un clima di tensione e incertezza, sia a livello politico che sociale. La situazione resta delicata, con molteplici fattori che influenzano le dinamiche interne e le relazioni internazionali.