Dalle zebre di Orbán ai leopardi di Trump: i leader e i loro zoo privati

Lorenzo Di Bari

Agosto 15, 2025

La presenza di animali esotici nelle residenze di leader mondiali ha suscitato un acceso dibattito, rivelando non solo il lusso sfrenato di alcuni politici, ma anche l’uso di queste creature come strumenti di diplomazia. Nel contesto attuale del 2025, le immagini di animali rari e preziosi, come zebre e antilopi, stanno diventando simboli di potere e controversie internazionali.

Animali esotici nelle dimore dei leader

Il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, ha attirato l’attenzione per la sua tenuta a Hatvanpuszta, dove recenti riprese aeree hanno mostrato zebre e antilopi che si muovono liberamente tra lussureggianti giardini e fontane. Questo scenario ha sollevato interrogativi sul trattamento di questi animali, con il ministro degli Esteri polacco, Radosław Sikorski, che ha messo in dubbio se Orbán consideri questi esemplari come “animali da fattoria tradizionali”. La situazione ha evidenziato come l’amore per gli animali esotici possa coesistere con la leadership autoritaria e il lusso ostentato.

Un altro esempio è rappresentato dall’oligarca georgiano Bidzina Ivanishvili, ex primo ministro, che ha creato un vero e proprio zoo nella sua residenza, includendo pinguini, zebre e persino squali. Ivanishvili ha descritto il suo squalo come un esemplare di dimensioni contenute, mentre i lemuri si aggirano liberamente nel suo giardino, un’immagine che riflette un modo di vivere che sfida le convenzioni.

Zoo privati e polemiche

Anche l’ex presidente ucraino, Viktor Yanukovych, è noto per il suo zoo personale che ospita pavoni, fagiani, cervi e orsi. La sua affermazione riguardo al sostegno agli struzzi, che ha scatenato una serie di meme, ha messo in evidenza quanto questi animali possano diventare oggetto di scherno e polemica. Dalla Cecenia, il presidente Ramzan Kadyrov ha collezionato animali esotici nei suoi palazzi, tra cui tigri e leoni, contribuendo a un’immagine di potere che si fonda anche su una fauna spettacolare.

Le residenze di questi leader non sono solo simboli di ricchezza, ma anche di un modo di esercitare il potere, dove gli animali esotici diventano parte integrante della loro identità pubblica. Questa tendenza solleva interrogativi etici sul benessere degli animali e sull’uso di creature viventi come simboli di status.

Doni diplomatici tra nazioni

In un contesto internazionale, questi animali rari e preziosi si trasformano anche in strumenti di diplomazia. Nel 2024, la Russia ha donato alla Corea del Nord oltre 70 animali, tra cui un leone africano e due orsi bruni, come gesto di gratitudine per il supporto del paese nel conflitto contro l’Ucraina. Questo scambio di animali sottolinea come la fauna possa diventare un mezzo per consolidare alleanze e rafforzare relazioni tra nazioni.

Durante una recente visita in Arabia Saudita, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ricevuto in dono una coppia di leopardi arabi, destinati allo Smithsonian National Zoo. Questo gesto non solo evidenzia l’importanza simbolica degli animali rari, ma anche come possono fungere da strumento di soft power, utilizzato dai leader per mostrare amicizia e cooperazione.

In un’epoca in cui la diplomazia si intreccia con l’immagine pubblica, gli animali esotici rimangono protagonisti di un palcoscenico globale, dove il potere e la bellezza della natura si mescolano in un gioco complesso e affascinante.

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