Francesca Saccomandi, operatrice di Mediterranean Hope, ha condiviso con l’Adnkronos le drammatiche circostanze dello sbarco avvenuto ieri, 13 agosto 2025, al molo Favaloro. Qui sono stati accolti 60 superstiti di un naufragio che ha avuto luogo a circa 14 miglia da Lampedusa. La testimonianza di Saccomandi mette in luce la gravità della situazione, con i migranti che si presentavano in condizioni disperate, molti senza vestiti e completamente bagnati. Tra di loro, una donna somala ha pianto per la perdita della figlia di un anno e del marito, mentre gli altri passeggeri cercavano di consolarla.
Il racconto prosegue con dettagli inquietanti: alcuni dei superstiti avevano ingoiato acqua salata e quattro di loro, tra cui tre ragazzi egiziani e un somalo, sono stati trasferiti in condizioni critiche al Poliambulatorio. Due di questi, dopo essere stati stabilizzati, sono stati trasportati in elisoccorso all’ospedale di Agrigento. Un ragazzo egiziano ha rivelato di aver trascorso otto anni in Libia, partendo con un amico che ha perso durante la traversata. Questo sogno di una vita migliore si è infranto a pochi passi dalla salvezza, con le motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza che hanno recuperato finora 23 salme, tra cui cinque donne e una bambina di meno di un anno.
Le fasi del naufragio
Il numero dei dispersi rimane incerto, con racconti confusi da parte dei superstiti. Alcuni riferiscono di un’onda che ha ribaltato l’imbarcazione, mentre altri parlano di un sovraccarico che ha portato alla capovolgimento della barca. La situazione è stata avvistata da un elicottero della Guardia costiera, che ha trovato il barcone semiaffondato tra le onde, con migranti sia vivi che morti. La tragedia è ancora avvolta nel mistero, con la possibilità che tra i dispersi ci siano molti minori, incluso un bambino di soli quattro anni. La Procura di Agrigento ha avviato un’indagine per naufragio colposo, mentre le ricerche dei dispersi continuano incessantemente.
Le responsabilità delle politiche europee
Francesca Saccomandi ha denunciato il fallimento delle politiche di respingimento europee e italiane, sottolineando che eventi come quello di ieri dimostrano l’inefficacia di tali misure. Secondo la Saccomandi, queste politiche non solo non evitano le morti in mare, ma rendono i viaggi ancora più pericolosi per coloro che cercano un futuro migliore. La realtà di Lampedusa è diventata quella di un calendario segnato da naufragi e dispersi, una quotidianità tragica che colpisce il Mediterraneo centrale. La Saccomandi ha ribadito l’urgenza di implementare politiche che permettano ingressi sicuri e legali in Italia e in Europa, un appello che rimane inascoltato da anni.