Gaza, l’Unrwa lancia l’allerta: “Temperature oltre i 40 gradi aggravano la crisi”

Franco Fogli

Agosto 14, 2025

Il 14 agosto 2025, il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha comunicato l’intenzione di far partire un ambizioso progetto di costruzione di oltre 3.000 unità abitative nell’area di E1, situata tra Gerusalemme e Ma’ale Adumim, in Cisgiordania. Questa decisione, secondo quanto riportato dal Times of Israel, è stata definita da Smotrich come un passo che “sotterra l’idea di uno stato palestinese”.

Il progetto E1 e le sue implicazioni

Il progetto di insediamento E1 ha suscitato forti polemiche e resistenze a livello internazionale, rimanendo congelato per decenni a causa delle preoccupazioni espresse da vari paesi riguardo alla possibilità che queste costruzioni compromettano la creazione di un futuro stato palestinese. Smotrich ha affermato che l’approvazione dei piani di costruzione rappresenta una rottura con le convenzioni internazionali e un passo decisivo verso la sovranità israeliana nella regione. Il ministro ha sottolineato che, dopo anni di pressioni, il governo israeliano sta finalmente realizzando il proprio obiettivo di collegare Ma’ale Adumim a Gerusalemme, definendo questo processo come una manifestazione del sionismo.

La posizione di Hamas e le proposte di cessate il fuoco

Sul fronte dei negoziati, Hamas ha presentato ieri, 13 agosto 2025, all’Egitto delle proposte per un possibile cessate il fuoco. Secondo quanto riportato da Al Arabyia e dal Times of Israel, il gruppo militante richiede garanzie scritte da parte di Israele riguardo alla rinuncia alla presa di Gaza. Le condizioni proposte da Hamas includono l’impegno di Israele a mettere fine alla guerra in modo permanente e a rinunciare a qualsiasi piano di occupazione della Striscia di Gaza, con il supporto di garanzie internazionali.

In cambio, Hamas si è detto disposto a ritirare i propri combattenti in posizioni concordate in precedenza, promettendo di mantenere in vita gli ostaggi in cambio del ritiro delle truppe israeliane. Questa proposta sembra mirare a stabilire un dialogo che potrebbe portare a una de-escalation del conflitto, ma la risposta di Israele rimane incerta.

Le reazioni internazionali e le prospettive future

La decisione di Smotrich e le recenti proposte di Hamas hanno suscitato reazioni contrastanti a livello internazionale. Mentre alcuni paesi condannano la costruzione di nuovi insediamenti in Cisgiordania come un ostacolo alla pace, altri vedono nella proposta di cessate il fuoco un’opportunità per avviare un dialogo costruttivo. Tuttavia, la situazione rimane tesa e le possibilità di una risoluzione pacifica del conflitto sembrano ancora lontane.

Le prossime settimane saranno cruciali per comprendere l’evoluzione degli eventi e le possibili risposte da parte della comunità internazionale, che continua a monitorare con attenzione gli sviluppi nella regione.

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