A causa di minacce fondamentaliste, annullata la proiezione di Barbie a Parigi

Lorenzo Di Bari

Agosto 14, 2025

A Noisy-le-Sec, località situata nella banlieue di Parigi, la proiezione all’aperto del film Barbie, programmata per l’8 agosto 2025, è stata annullata a causa di minacce rivolte dagli spettatori a funzionari comunali e presenti. L’evento, parte della rassegna estiva del comune, era stato scelto dagli abitanti del quartiere del Londeau per promuovere la socialità e la coesione tra i cittadini. Tuttavia, le tensioni emerse hanno costretto le autorità a prendere una decisione drastica per garantire la sicurezza.

Le ragioni dell’annullamento

Il sindaco di sinistra, Olivier Sarrabeyrouse, ha spiegato che l’annullamento è avvenuto per tutelare l’incolumità dei partecipanti, denunciando la presenza di un’”estrema minoranza di delinquenti” che si sono opposti all’iniziativa con argomenti considerati fallaci e strumentalizzati a fini politici. Secondo quanto riportato da Le Figaro, il film ha suscitato polemiche, con alcuni presenti che hanno accusato la pellicola di “nuocere all’integrità delle donne” e di promuovere tematiche legate a personaggi lesbici, gay, bisessuali e transessuali, ritenute inaccettabili per il loro messaggio femminista.

Le minacce di violenza, espresse in termini come “impediremo la proiezione e distruggeremo l’attrezzatura”, hanno creato un clima di aggressività, costringendo gli organizzatori a rinunciare all’evento. La situazione ha sollevato diverse reazioni politiche, con critiche da parte della destra, che ha accusato il sindaco di cedere alle pressioni di “integralisti islamisti”. Dall’altra parte, la deputata Aurélie Trouvé ha espresso il proprio sostegno al primo cittadino, evidenziando la necessità di difendere la libertà di espressione e la cultura.

Le reazioni politiche e le indagini in corso

La ministra della Cultura, Rachida Dati, ha definito l’accaduto una “grave violazione” della libertà artistica, annunciando l’intenzione di presentare una denuncia. Anche il ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, ha condannato le pressioni subite, affermando che “in Francia non esiste la polizia dei costumi e della virtù“. Ha considerato inaccettabile la resa di fronte a rivendicazioni di natura comunitaria, sottolineando l’importanza di mantenere la libertà di espressione nel paese.

Sarrabeyrouse ha confermato di aver sporto denuncia e ha ribadito che “a Noisy-le-Sec non ci sono zone di non-diritto culturale“. In risposta agli eventi, la procura di Bobigny ha avviato un’inchiesta per minacce, violenza o atti di intimidazione, dimostrando l’impegno delle autorità nel garantire la sicurezza e la libertà di espressione in un contesto sempre più complesso. L’episodio ha messo in luce le tensioni culturali e sociali che caratterizzano attualmente la Francia, evidenziando la necessità di un dialogo costruttivo tra le diverse comunità.

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