Non solo spiagge: l’aumento dei costi degli hotel raggiunge il 38,6% in 4 anni

Franco Fogli

Agosto 13, 2025

Venezia si conferma la cittĆ  con i rincari più elevati in Italia, con un incremento dei prezzi degli hotel del 64,7%. A rivelarlo ĆØ l’analisi condotta dall’Unione Nazionale Consumatori, che ha esaminato i dati Istat relativi al mese di luglio 2025, confrontandoli con gli anni precedenti e con la situazione pre-crisi del 2021. Questo studio mette in evidenza come il settore turistico stia affrontando un aumento significativo dei costi, influenzando la scelta di vacanze degli italiani.

Aumenti dei prezzi nel settore turistico

Negli ultimi quattro anni, il settore degli alloggi ha visto un incremento dei prezzi pari al 38,6%, in un contesto di inflazione generale del 17,7%. I dati raccolti dall’Unione Nazionale Consumatori mostrano che le strutture ricettive, tra cui alberghi, bed and breakfast e campeggi, hanno subito aumenti notevoli. Le cittĆ  più colpite da questi rincari sono Venezia, Milano e Firenze, con aumenti rispettivamente del 64,7%, 60% e 58,8%. Nonostante queste cifre, nessuna cittĆ  ha registrato una deflazione, con Massa Carrara che si distingue per un incremento relativamente contenuto del 2,9%.

La situazione ĆØ ulteriormente complicata dal fatto che, rispetto a luglio 2024, dove l’inflazione era dell’1,7%, gli aumenti medi nazionali sono stati più contenuti, attestandosi a 1,3%. Tuttavia, alcune cittĆ  hanno visto incrementi ben superiori, creando un quadro economico complesso per i turisti e per gli operatori del settore.

La classifica dei rialzi tendenziali

Lucca si posiziona al primo posto nella classifica delle cittĆ  con i rialzi più elevati nell’ultimo anno, con un aumento del 20,2%. Seguono Caserta con un incremento del 13,7%, Rimini con 10,9% e Perugia con 10,2%. Al contrario, cittĆ  come Firenze, che in passato erano tra le più costose, si trovano ora in posizioni più basse, con un incremento minimo dello 0,3%. Anche Venezia e Roma hanno registrato diminuzioni dei prezzi, rispettivamente del 1,3% e del 3%, suggerendo una possibile saturazione del mercato o una diminuzione del flusso turistico.

L’analisi di Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, mette in luce l’incertezza riguardo alle motivazioni dietro questi aumenti. Potrebbero derivare da una strategia degli albergatori per mantenere i prezzi stabili di fronte a un calo dell’afflusso turistico, oppure dalla necessitĆ  di non aumentare ulteriormente i prezzi giĆ  elevati per non perdere clientela.

L’impatto sui turisti e sul mercato

In aggiunta agli aumenti nei prezzi degli hotel, anche i costi degli stabilimenti balneari hanno subito un incremento significativo. A luglio 2025, i prezzi sono aumentati del 7,3% rispetto a giugno, del 5,4% rispetto a luglio 2024, e continuano a crescere rispetto agli anni precedenti. Questa situazione costringe molti italiani a rivedere i propri piani di vacanza, accorciando le ferie o rinunciando del tutto a partire. Il presidente Dona sottolinea come, nonostante gli aumenti, gli stipendi non siano cresciuti di pari passo, creando una pressione economica sui consumatori.

Il panorama attuale del turismo in Italia, quindi, appare complesso e sfidante, con un aumento dei costi che potrebbe influenzare le scelte di viaggio degli italiani e il futuro del settore.

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