Il rapporto tra lo Stato dell’Alaska, parte degli Stati Uniti, e la Russia ha subito una significativa interruzione a seguito dell’invasione dell’Ucraina nel 2022. Questo evento ha segnato un cambiamento radicale nelle dinamiche diplomatiche tra le due nazioni, influenzando anche le relazioni storiche tra le comunità locali.
Vladimir Putin è atteso in Alaska per un vertice con Donald Trump, previsto per venerdì 15 agosto 2025. Nonostante il passato di cooperazione tra l’Alaska e la Russia, il clima di tensione attuale potrebbe rendere l’accoglienza del presidente russo piuttosto fredda. Dopo la Guerra Fredda, l’Alaska aveva cercato di fungere da ponte per il dialogo tra gli Stati Uniti e la Russia, ma l’inasprirsi delle relazioni ha complicato questo obiettivo.
L’Alaska ha storicamente celebrato i legami con la Russia, come evidenziato dal New York Times, ma gli eventi recenti hanno portato a un rallentamento significativo di queste interazioni. L’aggressione russa in Ucraina ha indotto il consiglio comunale di Anchorage a sospendere il gemellaggio con la città siberiana di Magadan, citando la necessità di non ignorare le azioni del governo russo. Tuttavia, la capitale Juneau ha scelto di mantenere il gemellaggio con Vladivostok, dimostrando una certa ambivalenza nelle relazioni bilaterali.
Brandon Boylan, docente presso l’Università dell’Alaska Fairbanks, ha sottolineato come la cultura e la storia russe siano profondamente radicate nella regione. Tuttavia, l’invasione dell’Ucraina ha suscitato preoccupazioni tra gli abitanti dell’Alaska, che in passato non avevano reagito in modo significativo alle affermazioni di politici russi riguardanti la rivendicazione del territorio. La crescente tensione tra Stati Uniti e Russia potrebbe avere ripercussioni dirette sull’Alaska, come ha evidenziato Boylan.
Il ruolo dell’alaska nella diplomazia internazionale
Il governo dell’Alaska, prevalentemente repubblicano, ha accolto con favore l’annuncio del vertice tra Trump e Putin, considerandolo un passo positivo verso la pace in Ucraina. Il governatore Mike Dunleavy ha dichiarato che l’Alaska ha sempre rappresentato un ponte tra le nazioni, fungendo da porta per la diplomazia e la sicurezza in una regione strategica. Anche la senatrice Lisa Murkowski ha espresso speranza per un esito favorevole dei colloqui, pur rimanendo scettica nei confronti del regime di Putin.
Perché trump ha scelto l’alaska?
Non è chiaro il motivo per cui Trump abbia selezionato l’Alaska come sede per il faccia a faccia con Putin. Tuttavia, essendo lo stato americano più vicino alla Russia, la scelta appare logica. Yuri Ushakov, consigliere per la politica estera del Cremlino, ha commentato che la delegazione americana potrebbe facilmente sorvolare lo Stretto di Bering per raggiungere l’Alaska.
La storia dell’acquisto dell’alaska
Michael McFaul, ex ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca, ha ricordato che l’Alaska è stata acquistata dagli Stati Uniti nel 1867 per 7,2 milioni di dollari, un evento che ha segnato un capitolo importante nella storia delle relazioni tra le due nazioni. John Bolton, ex consigliere per la Sicurezza nazionale, ha sarcasticamente osservato che l’unico luogo migliore per Putin sarebbe stato Mosca, sottolineando l’importanza simbolica della scelta dell’Alaska.
Alcuni analisti hanno messo in evidenza che i nazionalisti russi continuano a desiderare la riappropriazione dell’Alaska, considerandola una perdita storica. Julia Davis, editorialista esperta di Russia, ha espresso preoccupazione per la scelta di ospitare Putin in Alaska, evidenziando la retorica pro-Putin che circola nei media russi. Infine, l’Alaska, con la sua vasta estensione e una popolazione relativamente esigua, rimane un punto focale nelle relazioni tra Stati Uniti e Russia, con una storia che continua a influenzare il presente.
