Don Nandino Capovilla, sacerdote della comunità di Pax Christi, è stato bloccato all’aeroporto di Tel Aviv il 11 agosto 2025 mentre tentava di entrare in Israele. Il religioso si trovava in viaggio con un gruppo di pellegrini cristiani provenienti da Roma e Venezia, diretti verso la Terrasanta. L’episodio ha suscitato preoccupazione e attenzione da parte delle autorità italiane.
Gestione della situazione da parte delle autorità
L’ambasciata d’Italia a Tel Aviv è attivamente coinvolta nella gestione della situazione, seguendo da vicino il caso di Don Capovilla, che è stato oggetto di un decreto di espulsione. La Farnesina ha confermato l’impegno del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha richiesto ai diplomatici di interagire con le autorità israeliane per chiarire le motivazioni alla base del provvedimento.
Reazioni e mobilitazione della comunità cristiana
L’immagine dell’intervento delle forze di polizia all’aeroporto di Tel Aviv, pubblicata dai media, evidenzia la serietà della situazione. La notizia ha destato l’attenzione non solo in Italia, ma anche tra i pellegrini e i fedeli che seguono le vicende legate ai viaggi nella Terrasanta. La comunità cristiana si sta mobilitando per sostenere Don Capovilla, esprimendo preoccupazione per la sua sicurezza e il rispetto dei diritti umani.
Implicazioni geopolitiche e aggiornamenti futuri
Le autorità italiane stanno lavorando attivamente per risolvere la questione e garantire che il sacerdote possa proseguire il suo viaggio. La vicenda di Don Nandino Capovilla è un esempio delle sfide che possono sorgere quando si cerca di visitare luoghi di significato religioso in contesti geopolitici complessi come quello del Medio Oriente. La situazione è in continua evoluzione e si attendono aggiornamenti dalle autorità competenti.
