Cannabis: cinque aspetti da considerare sul crescente rischio di psicosi

Marianna Ritini

Agosto 11, 2025

Un gruppo di ricercatori canadesi ha recentemente evidenziato un significativo aumento della concentrazione di tetraidrocannabinolo (THC) nella cannabis negli ultimi vent’anni. Questo cambiamento, che ha visto il THC quintuplicarsi, è stato oggetto di un’analisi condotta da Nicholas Fabiano, ricercatore del Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Ottawa, pubblicata il 11 agosto 2025 sul ‘Canadian Medical Association Journal‘. Il focus della ricerca si concentra sui rischi psicosociali associati all’uso di cannabis e sull’impatto sulla salute mentale.

Il cambiamento nella cannabis

Negli ultimi due decenni, la cannabis ha subito una trasformazione notevole. Secondo i dati raccolti in Canada, la concentrazione di THC è aumentata drasticamente, passando da circa il 4% al 20% nella maggior parte dei campioni di cannabis essiccata legale. Questo cambiamento ha sollevato preoccupazioni tra gli esperti riguardo ai potenziali rischi per la salute mentale. Fabiano sottolinea che la cannabis degli anni 2000 non può essere paragonata a quella attuale, evidenziando come l’aumento della potenza possa contribuire a effetti collaterali più gravi.

Rischi di psicosi associati all’uso di cannabis

La ricerca mette in evidenza che l’uso regolare di cannabis ad alta potenza è correlato a un aumento del rischio di psicosi. Gli autori dello studio avvertono che le persone che consumano cannabis con un contenuto di THC superiore al 10%, in particolare i giovani e gli uomini, sono più vulnerabili a sviluppare disturbi mentali. Inoltre, chi ha una storia di problemi psicologici come depressione e ansia presenta un rischio maggiore di psicosi.

Un aspetto allarmante emerso dallo studio è il cosiddetto “effetto a catena”: la psicosi indotta dalla cannabis e i disturbi legati all’uso della sostanza aumentano la probabilità di sviluppare schizofrenia. Uno studio condotto su quasi 10 milioni di persone in Ontario ha rivelato che chi si reca al pronto soccorso per uso di cannabis ha un rischio 14,3 volte maggiore di sviluppare disturbi schizofrenici, con un incremento che arriva a 241,6 volte per chi presenta psicosi indotta da cannabis.

Trattamenti e interventi

Il trattamento per le persone che sperimentano psicosi indotta dalla cannabis richiede un’interruzione immediata del consumo della sostanza e, spesso, l’assunzione di farmaci antipsicotici. Gli esperti avvertono che continuare a usare cannabis dopo un episodio di psicosi aumenta il rischio di recidiva dei sintomi. I farmaci possono risultare efficaci per chi presenta sintomi gravi e prolungati.

In aggiunta alla farmacoterapia, gli interventi comportamentali, supportati da medici e psicologi, possono rivelarsi utili per aiutare i pazienti a smettere di utilizzare cannabis. Tecniche come colloqui motivazionali e terapia cognitivo-comportamentale possono fornire gli strumenti necessari per affrontare il desiderio di consumo e seguire le indicazioni terapeutiche.

Riflessioni sulla ricerca

Fabiano conclude l’analisi evidenziando l’importanza di comprendere l’evoluzione della cannabis e i rischi ad essa associati. Con un contenuto di THC aumentato di cinque volte, la connessione tra consumo di cannabis e schizofrenia appare sempre più preoccupante. La ricerca sottolinea la necessità di una maggiore consapevolezza e di interventi mirati per affrontare i rischi per la salute mentale legati all’uso di cannabis.

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