Gaza: oggi si svolge una riunione d’emergenza all’Onu sul piano di Netanyahu

Lorenzo Di Bari

Agosto 10, 2025

Italia, Australia, Germania, Nuova Zelanda e Regno Unito hanno espresso una ferma opposizione alla recente decisione del Gabinetto di Sicurezza israeliano riguardante l’occupazione della Striscia di Gaza. La situazione è ulteriormente complicata da una manifestazione di massa che si è svolta a Tel Aviv, dove i cittadini hanno chiesto la cessazione delle ostilità.

Il 5 novembre 2025, il Gabinetto di Sicurezza israeliano ha approvato un piano delineato dal primo ministro Benjamin Netanyahu per l’occupazione della Striscia di Gaza. Questa decisione ha spinto il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a convocare una riunione d’emergenza, programmata per le ore 10:00. Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha avvertito Israele riguardo ai rischi di una “pericolosa escalation” che potrebbe aggravare la già critica situazione umanitaria per milioni di palestinesi. Il portavoce di Guterres ha sottolineato che il governo israeliano sta intraprendendo un’azione che potrebbe avere conseguenze devastanti per la popolazione civile di Gaza.

Oggi, si svolgerà anche una riunione straordinaria della Lega Araba, come riportato dall’agenzia palestinese Wafa. Il rappresentante permanente palestinese, Muhannad Al-Aklouk, ha confermato che l’incontro si terrà a livello di rappresentanti permanenti, su richiesta dei palestinesi, per discutere della situazione attuale.

Italia e altri paesi si oppongono al piano di Netanyahu

La condanna internazionale nei confronti delle azioni israeliane continua a crescere. I ministri degli Esteri di Italia, Australia, Germania, Nuova Zelanda e Regno Unito hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, esprimendo il loro forte disaccordo con la decisione del Gabinetto di Sicurezza israeliano dell’8 agosto. Secondo loro, l’occupazione aggraverebbe la già grave situazione umanitaria, metterebbe a rischio la vita degli ostaggi e aumenterebbe il rischio di un esodo di massa di civili. La dichiarazione evidenzia come i piani di annessione e di espansione degli insediamenti violino il diritto internazionale.

I ministri hanno esortato le parti coinvolte e la comunità internazionale a lavorare per un cessate il fuoco immediato, permettendo l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza, dove la situazione si sta deteriorando rapidamente. Hanno anche chiesto a Hamas di rilasciare gli ostaggi senza ulteriori ritardi, garantendo il loro trattamento umano. La situazione umanitaria a Gaza è descritta come catastrofica, e i ministri hanno chiesto al governo israeliano di facilitare il lavoro delle organizzazioni umanitarie internazionali.

La dichiarazione ribadisce l’impegno a favore di una soluzione a due Stati, sottolineando che una risoluzione politica richiede la smilitarizzazione di Hamas e un ruolo centrale dell’Autorità Palestinese nella Striscia di Gaza. Anche venti paesi arabi e musulmani hanno condannato il piano di Netanyahu, definendolo una violazione del diritto internazionale e un tentativo di consolidare l’occupazione illegale.

Manifestazione di massa a Tel Aviv: cresce il dissenso in Israele

Il 4 novembre 2025, decine di migliaia di persone hanno partecipato a una manifestazione a Tel Aviv, conosciuta come ‘Piazza degli Ostaggi’, in risposta all’attacco del 7 ottobre 2023. I manifestanti hanno esposto striscioni e fotografie degli ostaggi ancora trattenuti a Gaza, chiedendo al governo di garantire il loro rilascio. Sebbene non siano state diffuse cifre ufficiali, la partecipazione è stata notevolmente superiore rispetto a precedenti proteste contro la guerra.

Durante la manifestazione, Shahar Mor Zahiro, parente di un ostaggio ucciso, ha lanciato un appello diretto al primo ministro Netanyahu, avvertendolo che se l’esercito israeliano invaderà Gaza e gli ostaggi verranno uccisi, i cittadini lo inseguiteranno nelle piazze e durante le campagne elettorali. La decisione del Gabinetto di Sicurezza di Netanyahu di approvare un’operazione militare su larga scala per conquistare Gaza City ha suscitato critiche anche all’interno del governo.

Nonostante le forti opposizioni e le voci di dissenso provenienti dall’establishment militare israeliano, Netanyahu ha mantenuto la sua posizione. Il primo ministro ha affrontato proteste ricorrenti nel corso del conflitto, con manifestazioni che chiedevano negoziati e una soluzione pacifica, simile alle tregue precedenti che hanno visto scambi di ostaggi con prigionieri palestinesi detenuti in Israele.

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