Gaza, Milshtein: “Un viaggio ricco di fantasie, solo Trump può fermare Netanyahu”

Franco Fogli

Agosto 10, 2025

Il 10 agosto 2025, Michael Milshtein, analista e direttore del Forum per gli studi palestinesi presso il Centro Moshe Dayan di Tel Aviv, ha espresso preoccupazioni riguardo alle recenti decisioni del governo israeliano in un’intervista rilasciata all’Adnkronos. Le sue dichiarazioni si concentrano sull’annuncio di un piano per intensificare le operazioni militari nella Striscia di Gaza, con l’intento di occupare Gaza City. Milshtein ha sottolineato che questa scelta potrebbe rivelarsi un’avventura pericolosa, caratterizzata da illusioni e fantasie che minacciano di compromettere la stabilità della regione.

Le preoccupazioni di Milshtein sulla situazione attuale

Secondo l’analista, la paura di molti israeliani è che la strategia adottata dal governo non sia basata su una politica realistica ma su illusioni che potrebbero portare a un disastro. Milshtein ha affermato che l’unico in grado di fermare il premier israeliano Benjamin Netanyahu è Donald Trump, il quale ha il potere di influenzare le decisioni israeliane. L’analista ha notato che la tempistica dell’annuncio non è casuale, suggerendo che la mancanza di pressione da parte di Trump stia contribuendo a questa situazione. Infatti, Trump, che in passato ha giocato un ruolo cruciale nel promuovere un cessate il fuoco, sembra ora non esercitare alcuna pressione su Israele per raggiungere una tregua.

Milshtein ha anche evidenziato l’impasse nei negoziati con Hamas, dove le richieste di una fine del conflitto e di un ritiro completo da parte di Israele non vengono considerate. Senza l’intervento di Trump, l’analista sostiene che non ci sono attori in grado di superare questo blocco. La sua analisi mette in luce come la situazione attuale sia complessa e intrisa di tensioni politiche interne, che influenzano le decisioni del governo.

Le pressioni politiche interne e le conseguenze del piano

Milshtein ha messo in evidenza che le pressioni interne da parte di figure come Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, leader della destra nazional-religiosa, stanno esercitando una forte influenza su Netanyahu. Questi leader minacciano di far cadere la coalizione se non si adotta una linea più aggressiva nei confronti di Gaza, spingendo il premier a fare annunci di grande impatto politico. Tuttavia, l’analista avverte che si tratta ancora di un annuncio e non è garantito che il piano venga attuato. La reazione della comunità internazionale, come quella del cancelliere tedesco Merz, potrebbe influenzare le decisioni future del governo israeliano.

Milshtein ha anche criticato i contenuti del piano, evidenziando il divario tra le dichiarazioni del governo e la realtà sul campo. L’idea di instaurare un nuovo regime a Gaza che non sia né Hamas né l’Autorità Nazionale Palestinese è considerata da lui come un’illusione. Inoltre, la proposta di sconfiggere Hamas e liberare gli ostaggi simultaneamente è vista come irrealizzabile da molti israeliani.

Le implicazioni della narrativa governativa

Infine, Milshtein ha messo in discussione la narrativa sostenuta dal governo israeliano, in particolare le affermazioni di Netanyahu riguardo alla liberazione dei palestinesi di Gaza da Hamas. Secondo l’analista, è poco probabile che la popolazione di Gaza percepisca Israele come una forza liberatrice, poiché molti di loro sono legati a Hamas. La sua analisi si conclude con un avvertimento: la decisione di intensificare le operazioni a Gaza potrebbe portare Israele a un punto di non ritorno, con conseguenze disastrose e pressioni internazionali crescenti.

Milshtein ha espresso la speranza che i leader israeliani rivedano le loro posizioni, o che Trump intervenga per costringerli a farlo, sottolineando l’importanza di un approccio più cauto e realista nella gestione del conflitto.

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