Il recente accordo siglato il 15 gennaio 2025 alla Casa Bianca tra il Premier dell’Armenia, Nikol Pashinian, e il Presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, segna un passo significativo verso la pace nel Caucaso meridionale. Le due nazioni, storicamente in conflitto, hanno espresso l’intenzione di mettere fine a anni di tensioni e di stabilire relazioni economiche più forti con il supporto degli Stati Uniti. L’accordo prevede la creazione di un corridoio strategico, noto come Trump Route, che sarà gestito dagli Stati Uniti, in collaborazione con l’Armenia e partner privati.
Il contesto dell’accordo
Il conflitto tra Armenia e Azerbaigian ha radici profonde e complesse, risalenti a decenni di rivalità territoriali e culturali. Negli ultimi anni, la situazione si era aggravata, culminando in scontri militari e tensioni diplomatiche. L’accordo firmato alla Casa Bianca rappresenta un tentativo di porre fine a queste ostilità e di promuovere una cooperazione duratura. Durante la cerimonia, il Presidente Trump ha elogiato i due leader per il loro approccio proattivo, sottolineando l’importanza di superare le ingerenze russe nella regione.
L’accordo, pur non essendo un trattato di pace definitivo, stabilisce un impegno reciproco a lavorare per la stabilità e la prosperità . La dichiarazione, come riportato dall’agenzia russa Tass, include sette disposizioni chiave che delineano i termini della cooperazione futura, ma i dettagli specifici sono stati rimandati a un documento che verrà pubblicato nei prossimi giorni.
Dettagli dell’accordo e implicazioni economiche
Secondo le informazioni fornite, Armenia e Azerbaigian si sono impegnati a promuovere il commercio, i viaggi e le relazioni economiche, rispettando la sovranità e l’integrità territoriale di ciascun Paese. Trump ha anche annunciato la revoca delle restrizioni sulla cooperazione militare con Baku, imposte nel 1992, un passo che potrebbe rafforzare ulteriormente i legami tra gli Stati Uniti e l’Azerbaigian.
Il corridoio di Zangezur, un’importante via di comunicazione che collega l’Azerbaigian all’enclave di Nakhichevan, sarà al centro di questo nuovo progetto. L’accordo prevede che gli Stati Uniti gestiscano lo sviluppo economico del corridoio, precedentemente destinato a essere presidiato dall’Fsb russo. Le autorità americane hanno già ricevuto manifestazioni di interesse da parte di almeno nove sviluppatori per partecipare ai lavori, che includeranno infrastrutture come ferrovie, gasdotti, oleodotti e cavi di fibra ottica.
Le reazioni internazionali e le sfide future
Le reazioni all’accordo sono state miste. La Turchia ha accolto positivamente i progressi, sebbene con un certo scetticismo riguardo alla loro attuazione. Anche l’Osce ha espresso sostegno, incoraggiando Armenia e Azerbaigian a compiere sforzi concreti per raggiungere una pace duratura. Tuttavia, è importante notare che l’accordo non è ancora definitivo, poiché rimane da risolvere la questione della demarcazione dei confini e l’emendamento alla Costituzione dell’Armenia, richiesto dall’Azerbaigian.
Il Premier Pashinian ha sottolineato l’importanza di unire il Paese attorno al programma di pace, specialmente alla luce delle proteste avvenute nel 2024 contro la sua gestione della situazione nel Nagorno Karabakh. La dichiarazione finale dell’accordo, che include un appello all’Osce per lo scioglimento del Gruppo di Minsk, riflette le tensioni ancora presenti, ma offre anche una speranza per un futuro più stabile nella regione.
Implicazioni per la sicurezza regionale
L’Iran, confinante con Nakhichevan, ha espresso preoccupazione per le potenziali conseguenze di un intervento straniero nella regione. Le autorità iraniane hanno avvertito che tali ingerenze potrebbero compromettere la sicurezza e la stabilità . La presenza americana, quindi, è vista con attenzione, considerando il delicato equilibrio geopolitico della zona.
Il ruolo dell’inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff, è stato cruciale per facilitare il dialogo tra le parti e per promuovere un clima di fiducia. I colloqui avuti con il Presidente russo, Vladimir Putin, hanno probabilmente influenzato le dinamiche della situazione, rendendo più complesso il panorama diplomatico.
In attesa della pubblicazione ufficiale dell’accordo, il mondo osserva con interesse gli sviluppi futuri e le azioni di Armenia e Azerbaigian, sperando che questo nuovo capitolo possa portare a una pace duratura e a una cooperazione fruttuosa nella regione del Caucaso meridionale.