Il 7 agosto 2025, durante una conferenza stampa tenutasi presso la Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’imposizione di tariffe del 100% su chip e semiconduttori importati. Queste misure si inseriscono in un contesto di crescente tensione commerciale, in particolare nei confronti dell’India, che ha ricevuto un avviso di dazi aggiuntivi del 25% a causa del suo continuo acquisto di petrolio russo.
La conferenza ha visto la partecipazione del CEO di Apple, Tim Cook, il quale ha rivelato un piano di investimento da 100 miliardi di dollari negli Stati Uniti, definito da Trump come il più significativo mai realizzato dalla compagnia. “Compagnie come Apple tornano a casa”, ha dichiarato il presidente, evidenziando come l’economia americana stia vivendo un periodo di grande espansione.
Dazi del 100% su chip e semiconduttori
Nel corso della conferenza stampa, Trump ha spiegato che le tariffe sui chip e semiconduttori, che colpiranno i prodotti fabbricati all’estero, sono parte di una strategia più ampia per rafforzare l’industria tecnologica nazionale. L’introduzione di queste misure tariffarie è vista come un passo necessario per garantire la competitività degli Stati Uniti nel settore tecnologico globale.
Il presidente ha sottolineato che l’amministrazione sta lavorando per riportare le produzioni negli Stati Uniti, con un focus particolare sulle tecnologie avanzate. L’investimento di Apple è un segnale positivo in questo senso, poiché rappresenta un ritorno di una delle aziende più influenti al mondo dopo anni di delocalizzazione. “Un anno fa eravamo un Paese morto, ora siamo il paese più ‘caldo’ al mondo” in termini economici, ha affermato Trump, evidenziando il cambio di rotta della politica economica americana.
I dazi all’India
Parallelamente, Trump ha firmato un ordine esecutivo che impone un’ulteriore tariffa del 25% sui prodotti importati dall’India, in risposta all’acquisto di petrolio russo da parte del governo indiano. Nel documento si legge che le politiche della Federazione Russa rappresentano una minaccia significativa per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. La decisione di imporre dazi aggiuntivi è stata motivata dalla necessità di proteggere gli interessi americani e di rispondere a pratiche commerciali ritenute inaccettabili.
Il governo indiano ha prontamente reagito, definendo le misure statunitensi come “ingiuste e irragionevoli”. Un portavoce del ministero degli Esteri indiano ha dichiarato che le importazioni indiane sono guidate da fattori di mercato e mirano a garantire la sicurezza energetica della popolazione, che conta 1,4 miliardi di abitanti. La tensione tra i due paesi sembra destinata a salire ulteriormente, con l’India che si oppone fermamente a queste nuove misure.
Brasile ricorre a WTO contro tariffe Trump
Nel frattempo, il Brasile ha deciso di contestare le tariffe imposte dall’amministrazione Trump presentando un reclamo all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). Questa azione è la prima intrapresa dal governo del presidente Luiz Inácio Lula da Silva da quando sono entrati in vigore i dazi del 50% su vari prodotti brasiliani esportati negli Stati Uniti.
Le fonti governative brasiliane hanno confermato che la decisione di ricorrere all’OMC è stata presa per tutelare gli interessi commerciali del paese e per contestare quelle che vengono percepite come misure protezionistiche ingiustificate. La situazione commerciale tra gli Stati Uniti e il Brasile potrebbe subire ulteriori sviluppi, in un contesto globale già caratterizzato da tensioni economiche crescenti.