Addio a Terry Reid, il musicista che rifiutò Led Zeppelin e Deep Purple

Franco Fogli

Agosto 7, 2025

È venuta a mancare la figura iconica di Terry Reid, un cantante e chitarrista britannico noto per la potenza della sua voce, soprannominato “Superlungs”. La notizia della sua scomparsa è stata riportata dal quotidiano londinese “The Guardian” e confermata da un portavoce del musicista. Reid, che aveva 75 anni, è deceduto martedì 5 agosto 2025, dopo aver combattuto a lungo contro una malattia, tra cui il cancro e altri problemi di salute.

Un artista leggendario degli anni ’60 e ’70

Terry Reid ha lasciato un segno indelebile nella scena rock degli anni ’60 e ’70, non solo per il suo straordinario talento musicale, ma anche per le opportunità che ha rifiutato, rendendolo una leggenda a modo suo. È noto che, quando Jimmy Page lo contattò per unirsi ai Led Zeppelin, Reid declinò l’offerta, suggerendo invece due musicisti poco conosciuti: Robert Plant e John Bonham. Anche Ritchie Blackmore, chitarrista dei Deep Purple, gli propose di diventare il frontman della band, ma Reid scelse di non accettare. In un’intervista del 2024, egli stesso commentò: “Ho contribuito a metà della band, mi sembrava abbastanza”.

La carriera musicale di Reid iniziò precocemente, con la pubblicazione del suo primo album “Bang, Bang You’re Terry Reid” all’età di 18 anni, grazie al supporto di Jimi Hendrix. Sebbene i suoi successivi lavori, tra cui “Terry Reid” (1969), “River” (1973), “Seed of Memory” (1976) e “Rogue Waves” (1979), non abbiano raggiunto un grande successo commerciale, ricevettero lodi dalla critica. “River” è oggi considerato un classico del rock alternativo, apprezzato da artisti del calibro di Aretha Franklin e Mick Jagger. Reid ha anche avuto l’onore di aprire concerti per band storiche come i Rolling Stones e i Cream, mantenendo però sempre la sua indipendenza artistica.

Un percorso musicale tra alti e bassi

Negli anni ’80, Terry Reid ha continuato a lavorare come turnista per artisti di fama, tra cui Don Henley, Bonnie Raitt e Jackson Browne. Tuttavia, i suoi tentativi di rilancio con l’album “The Driver” nel 1991 non hanno avuto il successo sperato, tanto che lo stesso Reid lo definì “inascoltabile”. A partire dagli anni 2000, Reid ha fatto sporadiche apparizioni pubbliche, partecipando a concerti e festival, con una predilezione per il Ronnie Scott’s Jazz Club di Londra, un locale che ha sempre considerato il suo rifugio.

Negli ultimi anni, la salute di Reid è peggiorata, portandolo a ritirarsi dalla scena pubblica e a cancellare diversi concerti, un triste epilogo per un artista che ha dedicato la sua vita alla musica.

Il tributo di Robert Plant

Robert Plant, ex frontman dei Led Zeppelin, ha voluto rendere omaggio a Terry Reid attraverso un post sui social media. “L’entusiasmo e l’incoraggiamento di Terry Reid erano incredibili”, ha scritto Plant, ricordando i momenti spensierati della loro gioventù. “Ci imbucavamo ai rispettivi concerti e ci scatenavamo su ‘Season of the witch’ più e più volte. Lui era tutto. Un carisma pazzesco”. Plant ha continuato a esprimere il suo affetto per Reid, sottolineando la potenza della sua voce e l’impatto delle sue canzoni, che catturavano perfettamente l’essenza di un’epoca. “Ora riascolto il suo album ‘The River’ e verso una lacrima per il mio fratello d’armi“, ha concluso Plant, evidenziando il legame speciale che li univa.

La scomparsa di Terry Reid segna la fine di un’era per molti appassionati di musica, ma il suo lasciato artistico continuerà a vivere attraverso le sue canzoni e l’influenza che ha avuto su generazioni di musicisti.

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