Caso Almasri: gli atti del Tribunale dei ministri accusano Nordio, Mantovano e Piantedosi di aiuto consapevole

Franco Fogli

Agosto 6, 2025

La vicenda che coinvolge il sottosegretario Alfredo Mantovano, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si arricchisce di nuovi dettagli. In un documento di ben 90 pagine, il Tribunale dei Ministri ha messo in evidenza le accuse nei confronti dei tre esponenti politici, che vanno dal favoreggiamento personale fino al rifiuto di atti d’ufficio e al peculato. Questo caso, legato alla liberazione del generale libico Almasri, ha suscitato un acceso dibattito politico e giuridico.

Le accuse nei confronti dei tre ministri

Il Tribunale dei Ministri, composto dalla presidente Maria Teresa Cialoni e dai giudici Donatella Casari e Valeria Cerulli, ha evidenziato come Mantovano, Nordio e Piantedosi abbiano “scientemente e volontariamente” agevolato Almasri nel sottrarsi alle indagini della Corte Penale Internazionale (CPI). Secondo i giudici, i tre politici erano pienamente a conoscenza del mandato di arresto emesso nei confronti di Almasri e, nonostante ciò, hanno omesso di dare seguito alle richieste di cooperazione della CPI. In particolare, Nordio si è trovato al centro delle critiche per il suo atteggiamento passivo, attendendo la decisione della Corte d’Appello e concordando con i colleghi sull’espulsione del ricercato.

I reati contestati

Le accuse formulate nei confronti dei tre esponenti politici includono il reato di concorso in favoreggiamento personale aggravato, che colpisce tutti e tre. Inoltre, Mantovano e Piantedosi sono accusati di peculato aggravato, mentre a Nordio viene contestato il rifiuto di atti d’ufficio, anch’esso aggravato. La ricostruzione dei fatti, che parte dalla richiesta di arresto della CPI fino al rimpatrio di Almasri, illustra come i tre abbiano operato in modo da eludere le investigazioni e le ricerche della Corte.

Dettagli sulle modalità delle azioni

I giudici hanno messo in evidenza che l’atteggiamento di Nordio è stato determinante nel non attivarsi per dare seguito alle richieste di arresto, nonostante le comunicazioni ricevute. Piantedosi e Mantovano, invece, sono accusati di aver concordato l’emissione del decreto di espulsione e di aver facilitato il trasferimento di Almasri in Libia tramite un volo CAI, eseguito subito dopo la scarcerazione. Le azioni dei tre politici sono state definite come abusive, in quanto hanno violato i doveri inerenti ai loro ruoli pubblici.

Le conseguenze politiche e giuridiche

Questo caso ha suscitato un ampio dibattito all’interno della scena politica italiana, con richieste di chiarimenti e di giustificazioni da parte dei protagonisti. La posizione di Nordio, Mantovano e Piantedosi appare sempre più precaria, mentre il Tribunale dei Ministri prosegue con le indagini. La questione del rispetto degli obblighi internazionali e delle leggi nazionali è al centro del dibattito, con la CPI che continua a monitorare la situazione.

La vicenda Almasri rappresenta un punto cruciale per la giustizia italiana e le relazioni internazionali, con potenziali ripercussioni sui rapporti con la Corte Penale Internazionale e sull’immagine dell’Italia nel panorama globale.

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