Migranti in Albania, Garanti visita il Cpr di Gjader: “Solo 27 presenti, potrebbero essere in Italia”

Marianna Ritini

Agosto 4, 2025

Il trasferimento di un numero esiguo di persone dal Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Gjader, in Albania, non è ritenuto giustificato dalle autorità competenti. Questo è quanto emerso al termine della visita effettuata il 29 luglio 2025 da parte del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, e della Garante delle persone private della libertà personale di Roma Capitale, Valentina Calderone.

Situazione attuale al Cpr di Gjader

Attualmente, il Cpr di Gjader ospita solamente 27 persone, un numero che, secondo i Garanti, rende inopportuno il loro trasferimento in Albania. Durante la visita, Anastasìa e Calderone hanno esaminato le condizioni di vita all’interno della struttura, analizzando i flussi di ingresso, i servizi offerti e le procedure adottate. I Garanti hanno anche avuto colloqui diretti con gli ospiti, raccogliendo informazioni sulle loro esperienze e necessità.

Nonostante il numero ridotto di trattenuti, i Garanti hanno riscontrato che le risorse disponibili consentono un trattamento adeguato. Tuttavia, sono state evidenziate problematiche relative alle comunicazioni con familiari e legali, complicate dalla collocazione del centro in territorio albanese. Inoltre, sono stati espressi timori riguardo all’assistenza sanitaria, qualora quella interna non fosse sufficiente. La mancanza di opportunità di attività per i trattenuti durante le lunghe giornate è un ulteriore aspetto critico emerso durante la visita.

Struttura e gestione del Cpr

Il Centro di Gjader è sotto la supervisione della Prefettura di Roma, il che implica una competenza territoriale dei Garanti delle persone detenute sia della Regione Lazio che di Roma Capitale. Durante l’ispezione, i Garanti sono stati accolti dai dirigenti della Polizia di Stato e dell’ente gestore, Medihospes, che hanno fornito dettagli utili per un’analisi approfondita della situazione. I Garanti hanno visitato anche una sezione penitenziaria interna, attualmente inutilizzata, che potrebbe accogliere fino a 24 detenuti in caso di arresti per reati commessi all’interno del centro stesso.

Il Cpr è progettato per avere una capienza totale di 144 posti, di cui attualmente solo 96 sono disponibili. Una parte della struttura destinata ai richiedenti asilo appena sbarcati, in grado di ospitare fino a 880 persone, rimane inutilizzata. Questa situazione solleva interrogativi sulle politiche di gestione e sull’efficacia del sistema di accoglienza e trattenimento.

Movimenti e statistiche dei trattenuti

Al momento della visita, il 29 luglio, erano presenti 28 trattenuti, ma il giorno successivo il numero è sceso a 27 a seguito del rimpatrio di un cittadino pakistano. Le persone presenti provengono da diverse nazioni, tra cui Algeria, Senegal, Pakistan, India e Ghana. Dall’aprile 2025, quando il centro ha iniziato a operare come Cpr, sono transitate 140 persone, di cui 113 hanno lasciato la struttura. Le ragioni di uscita variano, includendo la mancata proroga del trattenimento, rimpatri, inidoneità sanitaria e riconoscimenti di protezione internazionale.

All’interno del Cpr operano unità della Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, insieme a un Ufficio immigrazione dipendente dalla Questura di Roma. L’ente gestore, Medihospes, impiega 113 persone, tra cui operatori sanitari, legali e mediatori culturali. Durante la visita, Anastasìa e Calderone hanno ascoltato le richieste di tutti i trattenuti che si sono fatti avanti, evidenziando l’importanza di garantire il rispetto dei diritti umani all’interno della struttura.

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