Un reportage attraverso i luoghi più affascinanti del mondo identificati come ingressi all’inferno: tra credenze antiche, gas letali e paesaggi spettrali, dalla Campania al Belize, passando per l’Islanda e il Giappone.
Ci sono luoghi nel mondo in cui la suggestione supera la logica, e la leggenda si insinua nella terra stessa. Grotte, crateri, sorgenti sulfuree o antichi santuari, tutti legati a un’unica narrazione ricorrente: quella delle porte dell’inferno. In questi posti, sparsi tra l’Europa, l’Asia e le Americhe, il paesaggio si colora di rossi intensi, vapori bollenti, ceneri e simbolismi, dando vita a uno scenario in cui la geologia e il mito si confondono. È qui che i poeti hanno immaginato l’ingresso all’Ade, che le civiltà antiche hanno eretto templi per onorare i defunti, o che l’uomo moderno osserva con un misto di timore e meraviglia.
Il Lago d’Averno, nei Campi Flegrei, è uno dei primi riferimenti letterari. Secondo Virgilio, proprio da qui Enea discese negli inferi. A pochi chilometri, l’Antro della Sibilla Cumana prosegue lo stesso racconto: un tunnel scavato nella roccia, in un’area ancora carica di mistero, accoglie i visitatori fra suggestioni pagane e ricordi dell’antica Cuma. Poi c’è Roma, dove il Lacus Curtius ai Fori Imperiali alimenta un’altra narrazione. Secondo Tito Livio, in questo punto si aprì una voragine che solo il sacrificio di un giovane riuscì a chiudere.
Questi luoghi italiani sono solo l’inizio di un itinerario che tocca templi greci, crateri asiatici, grotte precolombiane e leggende nordiche. Un viaggio che non è solo geografico ma anche simbolico, alla scoperta di ciò che l’essere umano ha temuto, venerato e raccontato, da millenni.
Dalla Grecia al Giappone: i punti oscuri sulla mappa del mito
Tra le coste frastagliate della Grecia, Capo Matapan si protende come una lancia nel Mar Mediterraneo. È lì che i miti antichi collocano la dimora di Ade, sovrano dell’oltretomba. Il vicino santuario di Poseidone Tenaros, con la sua struttura scavata nella pietra, accoglieva pellegrini e oracoli legati al mondo dei morti. In questi luoghi, la religione si fondeva con la paura ancestrale dell’ignoto.
Spostandoci verso nord, nel cuore dell’Islanda, troviamo uno dei più noti accessi infernali del folklore medievale: il vulcano Hekla. Per secoli è stato considerato la bocca dell’inferno. Le sue eruzioni, documentate sin dall’anno Mille, e la sommità spesso coperta di nubi, gli hanno conferito un’aura inquietante. I monaci europei medievali lo temevano, e i racconti popolari lo descrivevano come dimora di streghe e anime dannate.

In Turchia, nella città antica di Hierapolis, la storia si unisce alla scienza. Qui, una fessura nella roccia rilascia gas letali. Nell’antichità si riteneva che fosse la sede del dio Plutone. Gli animali che vi entravano morivano quasi all’istante, alimentando l’idea che si trattasse di una porta per l’aldilà. Oggi è un sito archeologico aperto al pubblico, ma l’area pericolosa resta recintata.
In Giappone, invece, il culto buddista ha dato origine a un’intera area chiamata Jigoku, ovvero “inferno”. A Beppu, sette pozze geotermiche ribollono tra vapori e colori irreali: dal rosso al bianco latteo. I turisti le visitano per la loro bellezza, ma l’atmosfera resta carica di simbolismo. Anche in questo caso, la natura diventa metafora di un confine invisibile tra due mondi.
Le Americhe e l’Irlanda: fiamme, leggende e culti millenari
Nel deserto del Karakum, in Turkmenistan, c’è un punto dove il terreno si apre su un cratere che arde senza sosta da decenni. È il Darvaza Gas Crater, anche detto “la porta dell’inferno”. Nato da un errore durante una trivellazione negli anni ’70, continua a bruciare per via del gas naturale che alimenta le fiamme. È diventato meta turistica, ma la sua origine resta legata a un incidente industriale.
Nel Belize, invece, si entra letteralmente nel sottosuolo. Le grotte maya erano luoghi sacri, passaggi verso Xibalba, il mondo sotterraneo dove vivevano gli dei della morte. Una delle più famose è Actun Tunichil Muknal, con resti umani e offerte rituali. Tra questi, il corpo di una giovane ragazza pietrificata dal calcare, soprannominata “la fanciulla di cristallo”.
Negli Stati Uniti, in Pennsylvania, si racconta una leggenda inquietante. Nella cittadina di Hellam Township, si troverebbero le Sette porte dell’inferno, attraversabili solo in un ordine preciso. Chi le oltrepassa tutte, si dice, finisce direttamente negli inferi. Nessuna prova concreta, nessuna mappa, solo racconti tramandati a voce. Ma la narrazione persiste, alimentando la fama del luogo tra appassionati di misteri.
Infine, in Irlanda, sull’isola di Station Island nel Lough Derg, un antico sito cristiano è legato a un altro tipo di discesa: quella nel purgatorio. Qui, secondo la leggenda, Gesù avrebbe indicato a San Patrizio un ingresso spirituale per espiare le colpe. Oggi è un luogo di pellegrinaggio, ancora visitato da fedeli che affrontano giorni di digiuno e preghiera.
