Il virologo Fabrizio Pregliasco ha rilasciato un’intervista all’agenzia Adnkronos, esprimendo preoccupazione per l’attuale situazione relativa all’infezione da virus West Nile in Italia. Con i dati aggiornati al 2 agosto 2025, il numero di casi ufficialmente registrati ha superato il centinaio, con 89 casi segnalati fino al 30 luglio. Tuttavia, il virologo avverte che il numero reale di contagiati potrebbe essere significativamente più alto, stimando che per ogni caso clinicamente evidente ce ne siano tra i 100 e i 150 non diagnosticati.
La situazione attuale in Italia
I dati provenienti dalla sorveglianza sanitaria indicano che l’epidemia di virus West Nile sta assumendo proporzioni preoccupanti nel Paese. L’analisi condotta da Pregliasco suggerisce che, considerando l’80% dei casi asintomatici e il 20% sintomatici, la maggior parte delle infezioni rimane non riconosciuta. Il virologo, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’Università Statale di Milano, ha sottolineato che il 19% degli infettati presenta sintomi variabili, come febbre e dolori muscolari, rendendo difficile l’associazione diretta con il virus. Solo l’1% dei casi presenta manifestazioni neurologiche, più facilmente identificabili.
Pregliasco ha spiegato che il calcolo del numero totale di contagiati si basa su un’analisi statistica. “Per ogni caso clinico confermato, si stima che ci siano 100-150 casi reali”, ha affermato. Tuttavia, ha anche avvertito che questa è una stima grossolana, poiché dipende da vari fattori, tra cui la capacità diagnostica e l’attenzione rivolta alle infezioni sospette.
Prospettive future e diffusione del virus
Il virologo ha indicato che i modelli matematici prevedono un picco di casi nella seconda o terza settimana di agosto 2025. Attualmente, l’Italia è in una fase di crescita dell’epidemia, simile a quella degli anni precedenti, ma con una diffusione geografica più ampia. I dati forniti dai Centri europei per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) evidenziano che la problematica del virus West Nile sta emergendo in diversi Paesi europei, con l’Italia in prima linea, seguita da Grecia, Romania, Bulgaria e Francia.
Pregliasco ha messo in evidenza che il virus, il cui principale serbatoio sono gli uccelli selvatici e che si trasmette attraverso le punture delle zanzare del genere Culex, sta mostrando un aumento della diffusione anche in Europa. “Una volta che la diffusione inizia, fermarla diventa difficile”, ha avvertito il virologo, sottolineando l’importanza di monitorare la situazione e di adottare misure preventive per limitare la diffusione del virus.
La crescente attenzione verso questa infezione, in un periodo in cui se ne parla ampiamente, potrebbe portare a una maggiore identificazione dei casi, ma Pregliasco avverte che è fondamentale mantenere alta la guardia e continuare a monitorare i sintomi per una diagnosi tempestiva.