Torino: un medico finisce in manette per produzione di materiale pedopornografico

Lorenzo Di Bari

Agosto 2, 2025

Un medico di Torino, di 40 anni, è stato arrestato il 2 agosto 2025 dalla polizia in seguito a un’indagine che ha avuto inizio oltre due anni fa. L’uomo è accusato di produzione di contenuti multimediali sfruttando minori e di detenzione di un notevole quantitativo di materiale pedopornografico scaricato dal web. L’operazione è stata eseguita in conformità a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Torino.

L’inchiesta, condotta dal Centro Nazionale Contrasto Pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica, ha visto anche la collaborazione del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Torino. Grazie a un lavoro meticoloso, gli investigatori hanno potuto ricostruire le diverse condotte dell’indagato, attivo per un periodo di 12 anni all’interno delle comunità pedofile presenti nel dark web. Questi ambienti, caratterizzati da un elevato grado di anonimato garantito dal protocollo di navigazione Tor, hanno rappresentato un terreno fertile per le attività illecite dell’uomo.

Le indagini e l’arresto

Durante le indagini, gli specialisti del Cncpo hanno operato sotto copertura, raccogliendo ogni traccia informatica utile per collegare gli pseudonimi utilizzati dal sospettato a un’identità reale. Inizialmente, hanno ottenuto un decreto di perquisizione locale, personale e informatica dall’autorità giudiziaria di Roma, che era la titolare dell’inchiesta. Il sequestro e l’analisi dei dispositivi informatici hanno permesso di chiarire le singole attività illecite, in particolare la partecipazione a comunità online e la produzione di materiale pedopornografico in chat con minorenni.

Nel corso delle ricerche, è emerso che il quarantenne, noto per la sua passione per le attività sportive a contatto con adolescenti, aveva instaurato collegamenti con altri individui interessati allo scambio di materiale pedopornografico. Questi contatti non erano limitati al dark web, ma si estendevano anche a chat peer-to-peer. Tra i vari legami, spicca quello con un sacerdote della provincia di Brescia, già arrestato nel mese di maggio, con il quale l’indagato avrebbe pianificato la creazione di un gruppo esclusivamente italiano dedicato alla produzione e al reclutamento di nuovi membri per attività di questo genere.

La portata dell’operazione ha suscitato una forte preoccupazione tra le autorità, evidenziando la necessità di un monitoraggio costante delle attività online per prevenire e contrastare il fenomeno della pedopornografia, che continua a rappresentare una sfida significativa per le forze dell’ordine e la società nel suo complesso.

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