Dengue: segnalato un caso autoctono in Veneto, 73 contagi di West Nile nel Lazio

Lorenzo Di Bari

Agosto 2, 2025

L’epidemiologo Gianni Rezza ha recentemente messo in guardia sulla necessità di diagnosi tempestive per prevenire la diffusione di malattie infettive, alla luce di un nuovo caso di Dengue registrato in Veneto. Il 2 agosto 2025, un uomo di 53 anni residente a Brendola è stato diagnosticato con la malattia dall’Unità operativa di Malattie infettive e tropicali dell’azienda Ulss 8 Berica. Questo caso è particolarmente significativo poiché si tratta di un primo evento autoctono nella regione, in quanto l’individuo non ha viaggiato recentemente in aree dove la malattia è endemica.

Il caso di dengue in veneto

La Direzione Prevenzione della Regione Veneto ha comunicato che, fino ad oggi, tutti i casi di Dengue confermati nel 2025 erano stati associati a viaggi in Paesi a rischio. Questo nuovo caso, invece, è legato all’aumento dei viaggi internazionali durante l’estate e alle condizioni climatiche favorevoli alla proliferazione di Aedes albopictus, comunemente nota come zanzara tigre. In risposta a questa situazione, la Regione Veneto ha avviato misure di sorveglianza per monitorare il caso e prevenire ulteriori contagi. Queste misure includono l’approfondimento dell’indagine epidemiologica, il monitoraggio entomologico, disinfestazioni straordinarie e sorveglianza sanitaria per le persone potenzialmente esposte.

Situazione del west nile in lazio

In parallelo, la situazione epidemiologica in Italia continua a preoccupare, in particolare per quanto riguarda il virus del West Nile. Nella giornata del 1 agosto 2025, sono stati registrati 12 nuovi casi nel Lazio, portando il totale a 73 contagi dall’inizio dell’anno. Tra questi, 9 persone hanno presentato febbre e 3 hanno sviluppato sintomi neurologici, con un bilancio di 3 decessi. Gianni Rezza ha sottolineato che il caso di Dengue in Veneto si aggiunge a quelli già segnalati in Emilia, dove sono stati registrati 3 casi di Dengue e 2 di Chikungunya.

Rezza ha descritto la situazione attuale come caratterizzata da casi sporadici e ha rassicurato che, a parte un piccolo cluster bolognese, non ci sono collegamenti geografici tra i vari casi. Ha ricordato che sia la Dengue che la Chikungunya sono trasmesse tramite la zanzara tigre, presente in Italia dagli anni ’90. Finora, non sono stati segnalati focolai su larga scala simili a quelli verificatisi nel 2024 nelle Marche. La continua identificazione di casi isolati suggerisce un miglioramento nel sistema di diagnosi precoce.

Rilevanza della diagnosi precoce

Rezza ha evidenziato come il rientro di persone infette da aree endemiche possa avviare catene di trasmissione più frequentemente di quanto si pensasse. Ha avvertito che, con l’estate ancora in corso, è possibile che si verifichino ulteriori episodi. Per questo motivo, la diagnosi rapida e gli interventi di disinfestazione sono cruciali per contenere eventuali focolai e ridurre il rischio di diffusione più ampia. La situazione richiede attenzione e una risposta rapida da parte delle autorità sanitarie per garantire la salute pubblica.

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