West Nile, Rezza: “In Campania tasso di letalità alto, possibili casi sottostimati”

Lorenzo Di Bari

Agosto 1, 2025

Il fenomeno dei focolai di West Nile in Italia sta suscitando preoccupazione tra esperti e autorità sanitarie nel 2025. Gianni Rezza, ex direttore della Prevenzione del Ministero della Salute e attualmente professore di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha recentemente condiviso le sue osservazioni sui social riguardo a un significativo squilibrio tra il numero di decessi e le infezioni registrate, in particolare in Campania. Secondo Rezza, questo potrebbe indicare una sottostima dei casi neuroinvasivi nella regione o, come alternativa, una maggiore età media degli individui infetti.

Una zanzara (Fotogramma)
Una zanzara (Fotogramma)

Situazione attuale dei casi di West Nile in Italia

Secondo il bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità, aggiornato al 31 luglio 2025, sono stati segnalati un totale di 89 casi di West Nile, di cui 40 presentano forme neuroinvasive e 8 sono stati fatali. Il Lazio si conferma la regione più colpita con 58 casi (23 neuroinvasivi e 2 decessi), seguita dalla Campania, che ha registrato 16 casi (10 neuroinvasivi e 5 decessi). Insieme, Lazio e Campania rappresentano il 72% dei casi totali e il 7% dei decessi. Altre regioni come Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Sardegna presentano un numero limitato di casi. Rispetto all’anno precedente, dove si erano registrati 36 casi a luglio, l’attività virale sembra essere aumentata, con una tendenza storica che indica un incremento dei casi nel mese di agosto, prima di un possibile calo a settembre. Tuttavia, la difficoltà nel prevedere il numero totale di infezioni rimane, in quanto le stime si basano su dati provenienti da altri paesi e sono influenzate dalla distribuzione per età della popolazione.

Localizzazione dei focolai di infezione

Gianni Rezza ha sottolineato che, attualmente, non esiste un allerta generalizzata a livello nazionale riguardo al virus West Nile, poiché i focolai sono limitati a specifiche aree del Paese. Il Nord Italia sembra essere meno colpito. Nonostante ciò, è fondamentale intensificare gli sforzi di prevenzione nelle zone affette, attraverso misure come disinfestazioni, uso di zanzariere e protezioni individuali. È importante anche monitorare le donazioni di sangue, come già avviene. A differenza di altre malattie trasmesse da vettori, la presenza di serbatoi animali, come gli uccelli, complica le operazioni di eradicazione. Pertanto, il controllo delle zanzare rimane un elemento cruciale nelle strategie di prevenzione e contenimento del virus del Nilo occidentale.

Le autorità sanitarie continuano a monitorare la situazione, con l’obiettivo di garantire la sicurezza della popolazione e ridurre al minimo i rischi associati a questa infezione.

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