Un’importante operazione congiunta tra i Carabinieri e la Guardia di Finanza ha portato alla luce un sofisticato sistema criminale con base a Prato, specializzato nel riciclaggio di denaro e nella produzione di documenti falsi. L’azione, condotta il 1° agosto 2025, ha rivelato l’esistenza di una vera e propria banca clandestina che operava attraverso l’uso di criptovalute, in particolare Usdt, ancorate al dollaro.
Durante le indagini, gli inquirenti hanno scoperto che il sistema si avvaleva di un cittadino cinese di 45 anni, Cheng Bangjie, il quale è stato trovato in possesso di due software wallet digitali, denominati Token Pocket. Questi wallet erano collegati a indirizzi telematici che mostravano movimentazioni in criptovaluta per importi significativi. La Procura di Prato ha disposto una perquisizione che ha portato alla scoperta di un’attività illecita di grande portata.
Le indagini
Le indagini hanno rivelato che, tra il 5 aprile e il 26 luglio 2025, uno dei wallet esaminati ha registrato transazioni per oltre 10,7 milioni di Usdt, equivalenti a circa 9 milioni di euro. La maggior parte dei fondi proveniva da piattaforme di exchange. Successivamente, i fondi venivano trasferiti su una piattaforma finanziaria situata in Cambogia, già segnalata dalla FinCen del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti come un centro internazionale di riciclaggio. Un secondo wallet, attivo per meno di due settimane, ha evidenziato flussi per oltre 369.000 Usdt, pari a circa 320.000 euro, anch’esso con provenienza da servizi di exchange. Attualmente, gran parte di questi fondi risulta conservata in wallet privati, la cui tracciabilità è ancora incompleta.
Durante l’operazione, le forze dell’ordine hanno sequestrato anche 117.000 euro in criptovalute, 15.000 euro in contante e materiale utilizzato per la fabbricazione di documenti falsi. Tra gli oggetti sequestrati si trovano due stampanti, due laminatori, tessere vergini dotate di microchip e banda magnetica, e pellicole ologrammate per l’emissione di carte d’identità elettroniche contraffatte, valide anche per l’espatrio.
L’inchiesta, condotta dalla Procura di Prato, ha rivelato un’ampia rete criminale legata a gruppi cinesi operanti a livello internazionale, che gestiscono ingenti flussi economici attraverso canali digitali e documentazione falsa. L’operazione ha visto la collaborazione di vari reparti, tra cui il Nucleo Operativo Antifalsificazioni e la Sezione Criptovalute del Comando Carabinieri Antifalsificazione di Roma, il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Prato e il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Prato.
La Procura ha sottolineato l’importanza di questa operazione, non solo per l’entità economica delle attività illecite scoperte, ma anche per l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare fenomeni criminali sempre più complessi e di portata internazionale.
