Migranti, la Corte di Giustizia dell’Ue stabilisce criteri di sicurezza per i Paesi

Franco Fogli

Agosto 1, 2025

Fino all’entrata in vigore di un nuovo regolamento, una direttiva attualmente in vigore non consente a uno Stato membro dell’Unione Europea di designare un Paese terzo come “sicuro” se questo non soddisfa, per determinate categorie di persone, le condizioni necessarie per tale classificazione. Questa decisione è stata confermata dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea in una recente sentenza, che si riferisce al caso di due cittadini del Bangladesh trasferiti dalle autorità italiane in un Centro di Permanenza Temporanea (CPT) situato in Albania.

Chiarimenti sulla sicurezza dei paesi

La Corte ha chiarito che la sicurezza di un Paese di origine non può essere determinata in modo arbitrario, ma deve rispettare criteri oggettivi e verificabili. In particolare, per le persone vulnerabili, come i richiedenti asilo, è fondamentale che il Paese di origine garantisca i diritti umani e non esponga i cittadini a rischi di persecuzione o violazioni gravi. Questo principio è essenziale per garantire che i diritti dei migranti siano rispettati e tutelati, in linea con le normative europee.

Implicazioni della sentenza

Il caso specifico ha sollevato interrogativi significativi riguardo alla gestione dei flussi migratori e alla responsabilità degli Stati membri nel garantire un trattamento equo e umano per i migranti. La decisione della Corte di Giustizia rappresenta un passo importante nella definizione di standard chiari e condivisi per la classificazione dei Paesi come “sicuri”, sottolineando la necessità di un approccio coordinato all’interno dell’Unione Europea per affrontare le sfide legate alla migrazione.

Influenza sulle politiche migratorie

Le implicazioni di questa sentenza si estendono oltre il singolo caso, influenzando le politiche migratorie e le pratiche di accoglienza in tutto il continente. La Corte ha dimostrato che la protezione dei diritti umani deve rimanere al centro delle politiche europee, anche in un contesto di crescente pressione migratoria.

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