Trump lancia un ultimatum a Putin riguardo all’Ucraina, Medvedev risponde: “Gioca, ma rischia un conflitto con gli Usa”

Franco Fogli

Luglio 29, 2025

Il tycoon statunitense, visibilmente frustrato dalla condotta del presidente russo, ha lanciato un ultimatum a Mosca, chiedendo un termine di dieci giorni per porre fine al conflitto in Ucraina. La risposta del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, è stata altrettanto incisiva, evidenziando le crescenti tensioni tra le due potenze.

Le tensioni tra Mosca e Washington

La situazione tra Ucraina e Russia si è intensificata, non solo sul campo di battaglia, ma anche sul piano diplomatico. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso la sua crescente impazienza nei confronti di Vladimir Putin, definito un “amico deluso”. Questa frustrazione ha spinto Trump a formulare un ultimatum per la conclusione della guerra con Kiev, mentre il Cremlino risponde con segnali di crescente insofferenza nei confronti delle affermazioni del leader americano. Nonostante le tensioni, la Russia non esclude la possibilità di un incontro tra i due presidenti, ma la comunicazione tra le parti rimane tesa e priva di progressi significativi verso la pace.

Il monito di Medvedev a Trump

Dmitry Medvedev ha lanciato un avvertimento chiaro al presidente Trump, affermando che il suo approccio di ultimatum non è efficace. Medvedev ha sottolineato che la Russia non è comparabile ad altri stati come Israele o Iran e che ogni ultimatum rappresenta una minaccia, non solo per la Russia, ma anche per gli Stati Uniti. In un post su X, ha esortato Trump a non seguire la “strada di Sleepy Joe“, riferendosi in modo denigratorio al suo predecessore, Joe Biden. Le parole di Medvedev evidenziano l’escalation della retorica tra le due nazioni, mentre i negoziati per la pace rimangono bloccati.

Il nuovo ultimatum di Trump

Il 30 novembre 2025, Trump ha annunciato la sua intenzione di stabilire un nuovo ultimatum di dieci-dodici giorni per la Russia, chiedendo un cessate il fuoco immediato. Durante una conferenza stampa in Scozia con il premier britannico Keir Starmer, ha espresso la sua delusione nei confronti di Putin, affermando di non vedere progressi nel conflitto. Questo ultimatum segue una precedente scadenza di cinquanta giorni, scaduta il 15 luglio, durante la quale Trump aveva minacciato sanzioni severe in caso di mancato accordo. La situazione si complica ulteriormente con la dichiarazione di Trump riguardo alla sua crescente disinteresse per i colloqui diretti con Putin, pur esprimendo affetto per il popolo russo.

Le parole di Zelensky

Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, ha accolto con favore la posizione espressa da Trump, lodando la sua determinazione. In un post sui social, ha sottolineato l’importanza di un’azione tempestiva per fermare la guerra e ha ringraziato Trump per il suo impegno nel salvare vite umane. In un successivo videomessaggio, Zelensky ha ribadito che la Russia è responsabile della continuazione del conflitto e ha evidenziato l’importanza delle sanzioni come strumento per raggiungere la pace. Ha anche dichiarato la disponibilità dell’Ucraina a collaborare con gli Stati Uniti per trovare una soluzione duratura al conflitto.

Possibile incontro tra Putin e Trump

Nel frattempo, il Cremlino non esclude la possibilità di un incontro tra Putin e Trump in Cina, previsto per l’inizio di settembre 2025. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha affermato che un incontro potrebbe avvenire se entrambi i leader si trovassero nello stesso periodo nella Repubblica Popolare. Tuttavia, Peskov ha smentito la presenza di accordi per un incontro in Turchia, precisando che, al momento, non ci sono preparativi concreti in merito. Questa dichiarazione giunge dopo l’annuncio del presidente turco Recep Tayyip ErdoÄŸan, che aveva manifestato l’intenzione di contattare sia Putin che Trump per discutere della situazione in Ucraina.

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