Sparatoria a Manhattan: identità dell’attentatore e il messaggio trovato

Marianna Ritini

Luglio 29, 2025

Shane Devon Tamura, un giovane di 27 anni originario di Las Vegas, ha compiuto un gesto estremo il 28 luglio 2025, aprendo il fuoco in un grattacielo di Manhattan, New York, e causando la morte di quattro persone, tra cui un agente di polizia. La sua azione ha suscitato un’ondata di shock e tristezza, con la comunità che cerca di capire le motivazioni dietro a questo tragico evento.

Il giovane, noto per aver praticato football da ragazzo, soffriva di encefalopatia traumatica cronica (CTE), una malattia neurodegenerativa che colpisce le cellule cerebrali a seguito di ripetuti traumi cranici. Tamura ha lasciato un biglietto nel quale esprimeva il suo malessere e il desiderio che il suo cervello fosse esaminato post mortem. Nel messaggio, ha anche manifestato rancore nei confronti della National Football League (NFL), la quale ha sede nell’edificio al 345 di Park Avenue, dove ha avuto luogo la sparatoria.

La polizia di New York ha dichiarato che il movente del gesto è ancora oggetto di indagine, ma ha confermato che Tamura aveva una storia documentata di problemi mentali. Fonti vicine alla vicenda hanno riferito alla CNN che il giovane aveva affrontato difficoltà significative nella sua vita, aggravate dalla malattia di cui soffriva.

Il biglietto trovato in tasca

Il biglietto trovato nella tasca di Tamura ha rivelato ulteriori dettagli sulla sua condizione psicologica. In esso, il 27enne anticipava i suoi propositi suicidi e parlava apertamente della sua lotta contro la CTE. Questo documento ha aggiunto un ulteriore strato di complessità alla tragedia, evidenziando come le malattie mentali possano influire profondamente sulle azioni di un individuo.

Le vittime della sparatoria, oltre al poliziotto, includevano un dirigente di Blackstone, un hedge fund che ha sede nello stesso grattacielo. La notizia ha scosso non solo le famiglie delle vittime, ma anche l’intera comunità, che si interroga su come prevenire eventi simili in futuro e su come affrontare il tema della salute mentale tra gli sportivi.

Cos’è la CTE

La CTE, conosciuta anche come sindrome da demenza pugilistica, è una malattia che ha guadagnato attenzione negli ultimi anni, soprattutto nel contesto degli sport di contatto. Questa condizione è stata inizialmente identificata tra i giocatori di football americano, ma è stata riscontrata anche in ex atleti di altri sport come pugilato, hockey su ghiaccio, rugby e arti marziali miste.

La CTE è causata da ripetuti traumi cranici e può portare a sintomi gravi, tra cui problemi cognitivi, cambiamenti di umore e comportamenti impulsivi. La crescente consapevolezza riguardo a questa malattia ha portato a un’attenzione maggiore sulla salute mentale degli sportivi, sottolineando l’importanza di un supporto adeguato per coloro che hanno subito traumi fisici e psicologici.

La sparatoria di Tamura ha riacceso il dibattito su come le organizzazioni sportive possano e debbano affrontare le questioni legate alla salute mentale, per garantire che gli atleti ricevano l’assistenza necessaria e che eventi tragici come questo non si ripetano.

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