Dopo un periodo di oltre due anni e mezzo caratterizzato da un costante calo, nel primo semestre del 2025 si osserva un incremento delle emissioni di CO2, con un aumento del 1,3%. Questo avviene nonostante i consumi energetici complessivi siano rimasti sostanzialmente stabili. I dati, presentati nell’analisi dell’Enea sul sistema energetico nazionale, rivelano un aumento del consumo di gas del 6%, una diminuzione del petrolio del 2% e un calo della generazione elettrica da fonti rinnovabili del 3%. Inoltre, i prezzi dell’elettricità e del gas in Italia si collocano tra i più elevati in Europa, con un trend negativo per la transizione energetica, misurato dall’indice Ispred, che segna un decremento del 25%.
Prezzi energetici a livelli record
Nel primo semestre del 2025, il prezzo medio dell’energia alla Borsa elettrica italiana ha raggiunto i 120 €/MWh, risultando significativamente più alto rispetto a quello della Spagna e della Francia, che si attestano rispettivamente a 62 €/MWh e 67 €/MWh. Francesco Gracceva, ricercatore dell’Enea, sottolinea come questa situazione influisca negativamente sulla produzione industriale dei settori ad alta intensità energetica, che risulta inferiore di oltre il 10% rispetto al totale dell’industria manifatturiera, già ai minimi storici.
Fotovoltaico in crescita, calo delle altre rinnovabili
L’analisi evidenzia un forte calo della produzione di energia idroelettrica e eolica, rispettivamente del 20% e del 12%, nel primo trimestre del 2025. Tuttavia, il settore del fotovoltaico ha registrato un incremento del 23%, in linea con l’aumento della capacità installata, che è cresciuta di 3,3 GW. I consumi di gas naturale sono stati sostenuti dal clima rigido, che ha aumentato la domanda per il riscaldamento. A livello europeo, l’inverno freddo ha portato a un aumento del consumo di gas del 5%, mentre le fonti rinnovabili hanno subito un calo complessivo del 3%, con il fotovoltaico che ha segnato un +20%. Anche la produzione di energia nucleare ha mostrato un segno positivo, con un incremento del 2% legato all’aumento della produzione in Francia. Gracceva fa notare come i consumi energetici nell’area euro siano sostanzialmente stazionari, un dato che contrasta con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 necessari per il 2030.
Criticità nella transizione energetica
Il deterioramento dell’indice di transizione dell’Enea, Ispred, è in gran parte attribuibile alla difficoltà nel processo di decarbonizzazione. Gracceva avverte che nei prossimi cinque anni le emissioni di CO2 devono diminuire del 6%, quasi raddoppiando quanto fatto negli ultimi tre anni. Se il trend attuale dovesse continuare, il target per il 2030 non verrebbe raggiunto prima del 2035.
Sicurezza energetica e nuove fonti di approvvigionamento
Riguardo alla sicurezza energetica, il sistema italiano si è dimostrato solido, grazie anche a una domanda invernale contenuta. L’entrata in funzione del rigassificatore di Ravenna ha contribuito a questo risultato, con il gas liquefatto che, nei mesi di maggio e giugno, è diventato la principale fonte di approvvigionamento, coprendo il 35% del totale, superando l’importazione dall’Algeria.
Nel mercato elettrico europeo, si sono registrate sempre più ore con prezzi azzerati o addirittura negativi, con la Spagna che ha raggiunto una media di oltre 6 ore al giorno. Questi dati segnalano un eccesso di produzione da fonti intermittenti, in particolare dal fotovoltaico, e una flessibilità insufficiente per gestire la variabilità delle rinnovabili. Tuttavia, in Italia, tali effetti risultano molto più contenuti, con prezzi nulli solo nello 0,5% delle ore nella zona Sud, evidenziando il persistente ruolo del gas nella determinazione dei prezzi sul mercato all’ingrosso.
