Maros Sefcovic, commissario europeo al Commercio, ha difeso l’accordo siglato con gli Stati Uniti, dichiarando che è il migliore risultato ottenuto dopo mesi di intense trattative. La sua dichiarazione è avvenuta a Bruxelles, dove ha sottolineato che l’intesa, sebbene considerata sbilanciata, rappresenta una soluzione migliore rispetto a una guerra commerciale che avrebbe potuto causare gravi perdite occupazionali in Europa. Sefcovic ha collaborato con i rappresentanti statunitensi Howard Lutnick e Jamieson Greer per raggiungere questo accordo.
La versione dell’unione europea
L’accordo, secondo Sefcovic, è preferibile all’alternativa di un conflitto commerciale, che avrebbe potuto costare centinaia di migliaia di posti di lavoro. “Alcuni potrebbero ritenere che ci siano opzioni più vantaggiose, ma non hanno considerato tutte le conseguenze”, ha affermato il commissario. Ha evidenziato che il 2 aprile, data in cui Donald Trump ha annunciato l’imposizione di dazi, ha segnato un cambiamento radicale nelle relazioni commerciali. Sefcovic ha ribadito che il mondo pre-aprile 2025 è ormai un ricordo e che l’Unione deve adattarsi a questa nuova realtà .
Il commissario slovacco ha spiegato che l’accordo prevede dazi del 15% su circa il 70% delle merci europee importate negli Stati Uniti. “Abbiamo iniziato con una richiesta del 30%“, ha detto, chiarendo che senza l’accordo gli Stati Uniti avrebbero potuto imporre tariffe molto più elevate, bloccando di fatto il commercio transatlantico. L’intesa, firmata domenica, non solo proteggerà i posti di lavoro in Europa, ma aprirà anche un nuovo capitolo nelle relazioni con gli Stati Uniti, affrontando questioni relative alla sicurezza e alla geopolitica.
I tre tipi di dazi Usa sulle merci ue
Negli Stati Uniti esistono attualmente tre categorie di dazi sulle merci europee. Un dazio del 10% è applicato, insieme a un’aliquota media del 4,8% derivante dalla clausola della nazione più favorita, portando così il totale vicino al 15%. Inoltre, le automobili e i loro componenti subiscono un’imposizione del 25%, che, sommata alla tariffa Mfn, raggiunge il 27,5%. Infine, i dazi su acciaio e alluminio sono fissati al 50%, con la tariffa Mfn che varia.
Queste tre categorie colpiscono circa il 70% delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti, per un valore complessivo di circa 380 miliardi di euro. Tuttavia, il restante 30% delle esportazioni, che include farmaci e semiconduttori, non è soggetto a dazi.
Lo scenario dal 1° agosto
A partire dal primo agosto 2025, gli Stati Uniti applicheranno dazi unilaterali del 15% su una vasta gamma di beni importati dall’Unione Europea. Questi dazi si applicheranno a merci già soggette a tassazione, comprese le automobili, ma non si estenderanno a prodotti come acciaio e alluminio, per i quali è in corso un’indagine da parte dell’amministrazione Trump.
Sefcovic ha chiarito che se gli Stati Uniti dovessero decidere di applicare dazi sui farmaci importati dall’Europa, questi non supererebbero il 15%. Un accordo prevede anche che per le importazioni di acciaio che superano le quote stabilite, si applicherà un dazio del 50%. I dettagli di queste disposizioni devono ancora essere definiti.
L’Unione ha anche accettato di eliminare i dazi su vari prodotti americani, come frutta secca e aragoste, in cambio della riduzione dei dazi statunitensi su alcuni beni europei. Tuttavia, non è stato raggiunto un accordo sull’azzeramento dei dazi su vini e superalcolici, con le trattative ancora in corso.
Sefcovic ha concluso che, nonostante l’accordo possa sembrare svantaggioso per le imprese europee, è necessario considerare il contesto più ampio in cui si inserisce, sottolineando l’importanza della sicurezza europea e delle relazioni commerciali con gli Stati Uniti.
