Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso la sua frustrazione riguardo alla mancanza di progressi nei negoziati di pace tra Russia e Ucraina. Durante una conferenza stampa tenutasi in Scozia il 28 luglio 2025, Trump ha annunciato un nuovo ultimatum per il presidente russo Vladimir Putin, fissato tra 10 e 12 giorni, entro i quali è atteso un accordo per porre fine al conflitto in corso.
Le dichiarazioni di Trump
Donald Trump, parlando al fianco di Kier Starmer, ha dichiarato: “Non vediamo che si fa alcun progresso”. L’ex presidente ha sottolineato la sua delusione nei confronti di Putin, affermando: “Sono deluso dal presidente Putin, molto deluso”. Questo commento arriva dopo che, il 15 luglio, Trump aveva già imposto un ultimatum di 50 giorni alla Russia per trovare un’intesa con l’Ucraina, minacciando sanzioni severe in caso contrario, tra cui l’applicazione di dazi secondari al 100%.
Trump ha rimarcato che, a fronte della situazione attuale, intende ridurre il tempo concesso a Putin, affermando che “ridurrò i 50 giorni che gli ho dato”. L’obiettivo di questo ultimatum è quello di spingere Mosca a prendere sul serio i negoziati di pace e a rispettare gli accordi internazionali.
Le reazioni internazionali
La reazione alla nuova posizione di Trump è stata immediata. Diversi leader mondiali hanno espresso preoccupazione per la possibilità di un ulteriore inasprimento delle tensioni. La comunità internazionale sta seguendo con attenzione l’evoluzione della situazione, poiché le conseguenze di un fallimento nei negoziati potrebbero avere ripercussioni globali significative.
Le dichiarazioni di Trump potrebbero influenzare anche le dinamiche all’interno della NATO, dove gli alleati stanno cercando di mantenere un fronte unito contro l’aggressione russa. Gli analisti politici avvertono che la pressione esercitata dagli Stati Uniti potrebbe portare a una maggiore rigidità da parte della Russia, che potrebbe interpretare l’ultimatum come un atto ostile.
Il contesto del conflitto
Il conflitto tra Russia e Ucraina è iniziato nel 2014 e ha visto un escalation di violenze e tensioni nel corso degli anni. La guerra ha causato migliaia di vittime e ha costretto milioni di persone a fuggire dalle loro case. Gli sforzi diplomatici per risolvere la crisi hanno visto vari tentativi di negoziato, ma nessuno di essi ha portato a una risoluzione duratura.
Negli ultimi mesi, la situazione è peggiorata, con un aumento delle ostilità e delle violazioni del cessate il fuoco. Gli osservatori internazionali hanno segnalato un incremento delle truppe russe lungo il confine ucraino, alimentando timori di una possibile escalation militare.
L’ultimatum di Trump rappresenta quindi un tentativo di riaccendere i negoziati e di riportare la pace nella regione, ma la risposta di Putin e la reazione della comunità internazionale rimangono incerte, rendendo il futuro del conflitto sempre più imprevedibile.