Firenze, respinta la richiesta di revisione della condanna all’ergastolo per Mario Vanni

Marianna Ritini

Luglio 28, 2025

La Corte d’Appello di Genova ha recentemente comunicato la sua decisione riguardante la richiesta di revisione della condanna all’ergastolo di Mario Vanni, un ex postino coinvolto nei noti casi di omicidi legati al cosiddetto “Mostro di Firenze“. Questo annuncio è stato reso pubblico il 28 luglio 2025, e rappresenta un importante sviluppo in una delle vicende criminali più controverse della storia italiana.

La richiesta di revisione della condanna

La richiesta di revisione della condanna di Mario Vanni è stata presentata dagli avvocati Valter Biscotti e Antonio Mazzeo, su incarico del nipote Paolo Vanni. Gli avvocati hanno fatto leva su una nuova perizia di entomologia forense, la quale suggerirebbe che l’ultimo omicidio attribuito a Vanni, avvenuto negli Scopeti nel 1985, sarebbe stato commesso due giorni prima di quanto precedentemente stabilito. Questa nuova evidenza scientifica ha suscitato un certo interesse, ma non è stata ritenuta sufficiente dalla Corte d’Appello.

Il sostituto procuratore generale Alessandro Bogliolo ha definito la richiesta “inammissibile”, sostenendo che le nuove prove non sono in grado di mettere in discussione la sentenza definitiva emessa dalla Cassazione nel 2000. La Corte d’Appello ha quindi respinto la domanda, fornendo una motivazione di tre pagine in cui si afferma che le evidenze scientifiche presentate non hanno rilevanza nel contesto del processo. Questo sviluppo segna un passo importante nella lunga battaglia legale che circonda il caso di Vanni.

Le reazioni della difesa e il futuro legale di Mario Vanni

La difesa di Mario Vanni ha immediatamente annunciato l’intenzione di ricorrere in Cassazione contro la decisione della Corte d’Appello. L’avvocato Biscotti ha criticato l’operato della Corte, sostenendo che la valutazione del merito delle nuove prove è stata effettuata in modo improprio. Secondo Biscotti, la giurisprudenza consolidata non prevede che la Corte possa esaminare il valore delle prove in questo stadio del processo.

In aggiunta, l’avvocato ha sollevato interrogativi sulla tempistica della decisione della Corte, evidenziando una “sorprendente coincidenza” tra questa e la recente diffusione di notizie riguardanti la paternità di Natalino Mele, un altro soggetto legato ai crimini del “Mostro di Firenze“. Vanni, condannato nel 1999 per i delitti avvenuti tra il 1982 e il 1985, è deceduto in carcere nel 2009 all’età di 81 anni. La sua storia continua a suscitare dibattiti e interrogativi, rendendo il caso sempre attuale.

L’attenzione mediatica e l’interesse pubblico nei confronti di questa vicenda non accennano a diminuire, e il prossimo passo legale potrebbe portare a ulteriori sviluppi significativi. La questione della revisione della condanna di Mario Vanni rimane aperta, mentre gli avvocati continuano a cercare nuovi argomenti per sostenere la loro causa.

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