Il racconto di un’aggressione avvenuta il 27 luglio 2025 in un’area di sosta dell’A8 a Lainate, nel Milanese, ha sollevato un acceso dibattito sulla sicurezza e sull’intolleranza in Italia. Un turista francese di religione ebraica, insieme al figlio di sei anni, è stato oggetto di insulti e aggressioni da parte di un gruppo di persone, mentre si trovava con la famiglia in un autogrill. Questo episodio ha messo in luce un clima di crescente paura tra le comunità ebraiche, come testimoniato dalle parole del genero della vittima.
La dinamica dell’aggressione
Il 52enne, in visita in Lombardia per trascorrere del tempo con la figlia residente a Milano, si trovava in viaggio con la famiglia. Durante una gita a Stresa, il gruppo si era fermato in un’area di servizio. Già nel parcheggio, un gruppo di individui ha iniziato a proferire insulti, costringendo la moglie del 52enne a rimanere accanto all’auto per timore di danni. Mentre il padre accompagnava il bambino in bagno, la situazione è rapidamente degenerata.
All’interno dell’autogrill, il turista è stato riconosciuto per la kippah che indossava, scatenando un attacco verbale: “Andate a casa vostra, assassini“, “qui siamo in Italia, siamo a Milano” e “andrete all’inferno”. Il padre ha ripreso l’accaduto con il cellulare, ma poco dopo ha ricevuto una chiamata dal genero, che si era allontanato dall’area.
Il genero ha raccontato di aver sentito solo urla e, allertato dal suocero, ha immediatamente contattato le autorità. Quando è tornato sul luogo, la polizia era già presente, ma gli aggressori erano fuggiti. La vittima si trovava all’esterno dell’autogrill, con segni evidenti di violenza e occhiali rotti.
Le conseguenze e le reazioni
L’aggressione ha avuto luogo in un’area pubblica, ma, sorprendentemente, nessuno è intervenuto per difendere il padre e il bambino. Questo aspetto ha colpito profondamente il genero, che ha sottolineato la gravità della situazione. L’intervento della polizia ha portato alla denuncia formale, raccolta dagli agenti della Polizia stradale della sottosezione di Busto Arsizio – Olgiate Olona.
La famiglia ha poi ripreso il viaggio di ritorno verso Parigi, e il genero ha condiviso la triste constatazione che episodi simili non accadono in Francia, ma sono purtroppo comuni in Italia. La paura di subire aggressioni ha costretto il genero a coprire la kippah con un berretto, mentre racconta di aver subito insulti e minacce in altre occasioni. La crescente intolleranza ha generato un clima di apprensione tra le comunità ebraiche, come evidenziato dalle parole del genero: “Noi ebrei un po’ di paura l’abbiamo”.
Questo episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza e sull’accettazione delle diversità in Italia, un tema di rilevanza sempre attuale, che richiede attenzione e interventi concreti per garantire il rispetto e la dignità di tutti i cittadini.