Trump dispone la rimozione dei contraccettivi nei Paesi in via di sviluppo

Lorenzo Di Bari

Luglio 27, 2025

Il 27 luglio 2025, l’amministrazione di Donald Trump ha annunciato una controversa decisione che ha scatenato proteste a livello internazionale. La misura prevede la distruzione di un ingente stock di contraccettivi, stoccati in un magazzino in Belgio, per un valore stimato di circa 9,7 milioni di dollari. Questa azione ha sollevato un acceso dibattito sulle politiche sanitarie e sui diritti riproduttivi, evidenziando le implicazioni umanitarie di tale scelta.

La distruzione dei contraccettivi

L’amministrazione Trump ha deciso di distruggere oltre 50.000 dispositivi intrauterini, quasi 2 milioni di dosi di contraccettivi iniettabili, circa 900.000 impianti e più di 2 milioni di confezioni di pillole. Questi materiali erano stati precedentemente acquistati attraverso contratti Usaid durante il mandato di Joe Biden. Secondo quanto riportato dal Washington Post, il Dipartimento di Stato ha giustificato questa decisione richiamando la politica di Città del Messico, che vieta l’uso di fondi federali per organizzazioni impegnate in servizi legati all’aborto, nonostante i contraccettivi in questione non abbiano questa funzione. La distruzione di queste forniture, che avrebbero potuto essere utilizzate per la pianificazione familiare, ha sollevato interrogativi sulla responsabilità etica e sociale dell’amministrazione.

Le reazioni delle senatrici

Le senatrici Jeanne Shaheen, del New Hampshire, e Lisa Murkowski, dell’Alaska, hanno espresso la loro forte opposizione alla decisione, scrivendo una lettera al segretario di Stato Marco Rubio. Nel loro appello, hanno sottolineato l’importanza dei contraccettivi per la pianificazione familiare come parte fondamentale dell’assistenza umanitaria. Hanno dichiarato che tali forniture non solo riducono le gravidanze indesiderate e gli aborti pericolosi, ma migliorano anche la salute delle donne, contribuendo a ridurre il rischio di mortalità materna e infantile. Le senatrici hanno chiesto un’inversione immediata della decisione e il trasferimento delle forniture a enti che possano garantire la loro distribuzione globale.

Le organizzazioni umanitarie e le conseguenze

Diverse organizzazioni umanitarie, tra cui Unfpa (United Nations Population Fund), International Planned Parenthood Federation (Ippf) e Msi Reproductive Choices, avevano manifestato interesse nell’acquisire o redistribuire il materiale, ma non hanno ricevuto alcun riscontro dall’amministrazione. Micah Grzywnowicz, direttore regionale dell’Ippf, ha commentato la situazione definendola “una totale mancanza di empatia”, evidenziando l’assurdità di distruggere forniture vitali in un momento di crisi. Sarah Shaw, di Msi, ha descritto la decisione come una catastrofe per la catena globale di approvvigionamento in materia di pianificazione familiare.

Implicazioni economiche e sociali

Secondo il Guttmacher Institute, la distribuzione di questi contraccettivi avrebbe potuto proteggere oltre 650.000 donne per un anno o 950.000 donne per un periodo compreso tra tre e dieci anni. L’operazione di distruzione delle forniture costerà circa 167.000 dollari, ma l’amministrazione sostiene di risparmiare circa 34,1 milioni di dollari annullando ordini futuri. Questa scelta ha sollevato interrogativi non solo sul risparmio economico, ma anche sulle conseguenze sociali di una tale decisione, che potrebbe compromettere l’accesso a servizi essenziali per la salute riproduttiva in diverse parti del mondo.