Non si arrestano i combattimenti tra Thailandia e Cambogia, che continuano a infuriare per il quarto giorno consecutivo. La situazione si complica ulteriormente nonostante i tentativi di mediazione del presidente statunitense Donald Trump, il quale ha cercato di facilitare un dialogo tra le due nazioni. Il conflitto, che ha avuto inizio il 24 luglio 2025, ha già causato un bilancio tragico di almeno 33 morti e oltre 200.000 sfollati, rendendolo uno degli scontri più violenti tra i due Paesi negli ultimi anni. Il centro della contesa è rappresentato da due antichi templi situati lungo il confine settentrionale.
Nuovi scontri e accuse reciproche
Nella mattinata del 27 luglio 2025, si sono verificati nuovi attacchi d’artiglieria, con entrambe le parti che si accusano a vicenda di aver dato il via alle ostilità. Secondo quanto riportato da Phnom Penh, l’attacco sarebbe iniziato da parte delle forze thailandesi intorno alle 4:50, mentre Bangkok sostiene che le forze cambogiane avrebbero aperto il fuoco mezz’ora prima. I colpi di artiglieria hanno raggiunto anche aree civili nella provincia thailandese di Surin. Il ministero degli Esteri thailandese ha denunciato queste azioni come “gravi violazioni del diritto umanitario”.
Le tensioni tra i due Paesi sono palpabili e le parole di accusa continuano a rincorrersi, alimentando un clima di sfiducia. Entrambi i governi sembrano determinati a mantenere le loro posizioni, rendendo difficile qualsiasi possibilità di risoluzione pacifica nel breve termine.
Iniziativa di pace e appelli internazionali
Dopo un colloquio telefonico con il presidente Trump, i premier di Cambogia e Thailandia, Hun Manet e Phumtham Wechayachai, hanno manifestato una certa apertura a un cessate il fuoco e a colloqui di pace. Tuttavia, sul campo la situazione resta estremamente tesa. Le Nazioni Unite hanno lanciato un appello per un cessate il fuoco immediato, sottolineando l’urgenza di fermare le violenze e proteggere i civili coinvolti nel conflitto.
Le accuse di crimini di guerra continuano a essere al centro del dibattito, con la Cambogia che denuncia l’uso di munizioni a grappolo da parte thailandese, mentre la Thailandia lamenta attacchi contro ospedali e infrastrutture civili. La comunità internazionale osserva con preoccupazione l’evoluzione della situazione, auspicando che i leader delle due nazioni possano trovare un accordo che ponga fine a questa spirale di violenza.