Se il tuo gatto ha più di 12 anni e fa questo in estate, potresti non arrivare in tempo

Caldo

Franco Fogli

Luglio 27, 2025

Il caldo intenso può mettere in difficoltà i gatti anziani, aumentando i rischi di disidratazione e affaticamento: ecco cosa fare.

Con l’età che avanza, anche i gatti cambiano. Diventano più lenti, più sensibili agli sbalzi ambientali, più esposti a disturbi e patologie. Nei mesi estivi, in particolare, il caldo rappresenta un rischio concreto per i mici over 12 anni, soprattutto se già convivono con condizioni croniche come insufficienza renale, ipertiroidismo o problemi articolari. La loro capacità di adattarsi diminuisce e la termoregolazione si fa meno efficace.

In estate, è frequente notare un calo di attività, una preferenza per luoghi freschi e tranquilli e un maggiore bisogno di idratazione. Ma proprio la sete è uno dei segnali più difficili da interpretare, poiché i gatti, per natura, bevono poco. Questo rende ancora più insidioso il rischio di disidratazione, che si somma a quello di colpo di calore o affaticamento cardiaco, specie in ambienti caldi e poco ventilati.

I segnali da riconoscere e i pericoli del caldo nei gatti anziani

Il colpo di calore, seppur raro nei felini, può verificarsi quando l’animale resta esposto a temperature elevate senza vie di fuga. Gli ambienti poco aerati, i balconi assolati o le stanze senza ombra possono diventare pericolosi, soprattutto se il gatto ha difficoltà a muoversi.

Un altro problema diffuso è la disidratazione. Spesso i gatti anziani non aumentano spontaneamente l’assunzione di liquidi, anche se il caldo ne richiederebbe un apporto maggiore. In presenza di malattie renali, questa mancanza può diventare rapidamente un’emergenza.

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Il cuore può faticare di più. In condizioni di caldo estremo, la circolazione è messa sotto stress e questo può portare a peggioramenti, specie nei mici cardiopatici. Il caldo, inoltre, accentua la rigidità articolare: un gatto che già si muove poco tende a muoversi ancora meno, rendendo più complicata la gestione del dolore cronico.

Osservare il comportamento del gatto resta il primo passo. Letargia, respiro veloce, gengive secche, rifiuto di cibo o acqua, vocalizzazioni insolite o comportamenti anomali (come fare i bisogni fuori lettiera) sono tutti campanelli d’allarme. In questi casi è bene consultare subito il veterinario e cercare di raffreddare l’ambiente, senza soluzioni improvvisate o sbalzi termici.

Come proteggere un gatto anziano dal caldo senza stressarlo

Non servono rivoluzioni per aiutare un gatto anziano a vivere meglio l’estate. Bastano piccoli gesti quotidiani, pensati con attenzione. Prima di tutto, creare in casa zone fresche e ombreggiate, evitando l’esposizione diretta al sole. Un ventilatore o un climatizzatore possono essere utili, ma il flusso d’aria non va mai diretto sul corpo del gatto.

Distribuire più ciotole d’acqua in diversi punti della casa, cambiandole due volte al giorno, aiuta a stimolare l’idratazione. Alcuni gatti anziani bevono di più se si usa una fontanella, che simula l’acqua corrente. Un’alimentazione più umida, con porzioni di cibo in gelatina o mousse, può contribuire a integrare liquidi, ma ogni variazione va sempre discussa con il veterinario di fiducia.

Anche l’ambiente domestico può essere fonte di stress. Evitiamo di chiudere il gatto in luoghi caldi come ripostigli, garage o armadi, e lasciamolo libero di scegliere dove rifugiarsi. Evitiamo rumori forti, spostamenti, viaggi o visite veterinarie non urgenti, perché per un micio anziano ogni cambiamento può essere una fonte di disagio.

Infine, fidiamoci dell’osservazione. Chi vive con un gatto da anni conosce i suoi ritmi e le sue abitudini. Se qualcosa cambia, meglio non sottovalutare. I segnali, seppur lievi, vanno presi sul serio. E se la casa è fresca e vivibile per noi, nella maggior parte dei casi lo è anche per lui.