Roma e i manifesti sul decreto Sicurezza: la Lega accusa il Comune di violare l’articolo 21 della Costituzione

Lorenzo Di Bari

Luglio 27, 2025

Il 27 luglio 2025, la Lega ha lanciato un appello al Comune di Roma, esprimendo la propria indignazione riguardo alla decisione del Campidoglio di vietare la diffusione di manifesti legati al Decreto Sicurezza. In una nota ufficiale, il partito ha definito tale scelta “grave, inaccettabile e incostituzionale”, sottolineando che i manifesti censurati contenevano rappresentazioni grafiche di comportamenti criminali, tra cui furti in metropolitana.

Il dibattito è stato acceso dalla reazione del Comune, che ha motivato il divieto facendo riferimento a contenuti ritenuti offensivi, in particolare per la rappresentazione di individui di etnia rom coinvolti in atti illeciti. La Lega ha risposto con una serie di video e immagini diffusi sui social media, evidenziando episodi di criminalità avvenuti sui mezzi pubblici, per sostenere la propria posizione.

Il richiamo alla libertà di espressione

Il partito guidato da Matteo Salvini ha richiamato l’attenzione sull’articolo 21 della Costituzione Italiana, che garantisce la libertà di espressione. “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, hanno dichiarato i rappresentanti della Lega. La richiesta al Campidoglio è chiara: pubblicare le statistiche sui furti in metropolitana e sulle occupazioni abusive. La Lega ha annunciato che porterà la questione in tutte le sedi istituzionali e si è detta pronta a organizzare manifestazioni per difendere il diritto di espressione.

In aggiunta, la Lega ha sottolineato che l’alternativa a immagini “artificiali” sarebbe la diffusione di fotografie reali, nonostante le obiezioni del Partito Democratico, che in passato si era opposto alla ripresa di borseggiatori nella metropolitana di Milano. Il messaggio è chiaro: la Lega si posiziona come sostenitrice delle vittime e delle Forze dell’Ordine, rifiutando ogni forma di censura.

Le reazioni e il contesto politico

La polemica sui manifesti della Lega si inserisce in un contesto politico più ampio, dove il tema della sicurezza urbana e della criminalità è al centro del dibattito pubblico. La Lega ha sempre fatto della sicurezza uno dei suoi cavalli di battaglia, cercando di attrarre l’attenzione degli elettori su questioni concrete che riguardano la vita quotidiana dei cittadini. La decisione del Campidoglio di censurare i manifesti ha acceso le tensioni tra le forze politiche, con la Lega che accusa il governo locale di limitare la libertà di espressione.

Il caso ha suscitato anche l’interesse dei media, che hanno seguito da vicino gli sviluppi della situazione. Le dichiarazioni della Lega e le risposte del Comune continuano a generare discussioni sia sui social che nei dibattiti pubblici, evidenziando le divisioni politiche su come affrontare la sicurezza e la rappresentazione della criminalità.

Le implicazioni per il futuro

La questione dei manifesti della Lega rappresenta un punto critico nel panorama politico romano. Con le elezioni future all’orizzonte, il modo in cui i partiti gestiranno il tema della sicurezza potrebbe influenzare significativamente le dinamiche elettorali. La Lega sembra intenzionata a sfruttare questa controversia per rafforzare la propria immagine come difensore della sicurezza e della libertà di espressione, mentre il Campidoglio si trova a dover giustificare le proprie scelte in materia di comunicazione pubblica.

Il confronto tra la Lega e il Comune di Roma si preannuncia lungo e complesso, con possibili ripercussioni anche a livello nazionale. I cittadini, intanto, continuano a seguire con attenzione gli sviluppi di questa vicenda, che tocca temi sensibili e attuali nel dibattito politico italiano.