Gaza: avviate le pause umanitarie e i corridoi per gli aiuti, IDF risponde a Hamas

Lorenzo Di Bari

Luglio 27, 2025

A partire dalla mattina del 27 luglio 2025, Israele ha comunicato l’implementazione di una pausa umanitaria nei centri civili e nei corridoi umanitari della Striscia di Gaza. Questa decisione, annunciata dal ministero degli Esteri israeliano tramite un post su X, ha come obiettivo principale quello di facilitare la distribuzione degli aiuti umanitari nella regione. Il ministero ha sottolineato che Israele continuerà a garantire l’accesso ai camion carichi di aiuti, in un contesto in cui la situazione umanitaria è critica.

Le interruzioni umanitarie per la distribuzione di beni essenziali come cibo e medicine inizieranno alle 10:00 ora locale, corrispondenti alle 9:00 in Italia. Diverse località della Striscia di Gaza beneficeranno di questa iniziativa. Nella serata precedente, Israele ha anche annunciato la ripresa dei lanci di aiuti umanitari, che includeranno sette pallet di prodotti alimentari, tra cui farina, zucchero e cibo in scatola, forniti da organizzazioni internazionali. Questa mossa è stata descritta come una risposta a una valutazione della situazione attuale e come un tentativo di contrastare le affermazioni secondo cui la popolazione locale sarebbe deliberatamente affamata.

L’annuncio della pausa umanitaria è stato accompagnato da un’accusa diretta alle Nazioni Unite. Il ministero degli Esteri israeliano ha dichiarato che, fino a quel momento, l’Onu non era riuscita a raccogliere e distribuire la vasta quantità di aiuti umanitari già disponibili nella Striscia di Gaza. Israele ha quindi richiesto che l’Onu proceda senza ulteriori ritardi o scuse nella distribuzione degli aiuti.

In un contesto di crescente tensione, il ministero ha respinto le “false accuse” di Hamas, che avrebbe manipolato immagini di bambini malati per diffondere propaganda. Le dichiarazioni israeliane hanno evidenziato la necessità di affrontare la crisi umanitaria in modo concreto e immediato.

Israele e l’impegno per una tregua umanitaria

Nella stessa giornata, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha avuto una conversazione telefonica con il suo omologo italiano, Antonio Tajani. Durante il colloquio, Sa’ar ha confermato che l’esercito israeliano attuerà un cessate il fuoco umanitario, valido dalla mattina fino alla sera, in vari centri abitati della Striscia di Gaza, inclusa la zona settentrionale. Questa decisione è stata presa in risposta a una richiesta specifica del governo italiano.

Sa’ar ha assicurato a Tajani che, nell’ambito della tregua umanitaria, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) garantiranno un accesso sicuro alle Nazioni Unite e alle organizzazioni umanitarie per facilitare la distribuzione degli aiuti. Ha inoltre comunicato che tali tregue verranno attuate in modo ripetuto, a seconda delle necessità, per garantire che le forniture di alimenti e medicinali siano adeguate in tutta la Striscia.

Il ministro Tajani ha espresso gratitudine per le informazioni ricevute e ha ribadito la fiducia del governo italiano nel fatto che Israele continui a collaborare con i mediatori per raggiungere un cessate il fuoco duraturo. Tale accordo dovrebbe contemplare la liberazione degli ostaggi israeliani e la cessazione degli attacchi militari che coinvolgono la popolazione civile. Tajani ha anche sottolineato l’importanza di fermare ogni attacco che possa colpire i civili palestinesi.

Implicazioni internazionali e umanitarie

L’attuale situazione nella Striscia di Gaza rappresenta una sfida significativa per la comunità internazionale, che si trova a dover gestire una crisi umanitaria di vasta portata. Le pause umanitarie e i cessate il fuoco annunciati da Israele sono tentativi di affrontare le esigenze immediate della popolazione civile, che continua a vivere in condizioni estremamente difficili a causa del conflitto prolungato.

Le Nazioni Unite, da parte loro, si trovano a dover rispondere alle accuse israeliane riguardo la loro incapacità di gestire efficacemente la distribuzione degli aiuti. La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi, sperando in un miglioramento delle condizioni di vita per i residenti della Striscia di Gaza e in un processo di pace che possa portare a una risoluzione duratura del conflitto.