Dazi tra Usa e Ue: Frescobaldi stima un danno di 317 milioni per il vino

Franco Fogli

Luglio 27, 2025

Il 27 luglio 2025, Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini, ha lanciato un appello urgente al governo italiano e all’Unione Europea, richiedendo misure concrete per proteggere un settore vitale per l’economia italiana. Questo appello arriva in seguito all’accordo raggiunto tra la Commissione Europea e l’amministrazione Trump, il quale prevede l’introduzione di dazi del 15% sulle esportazioni di vini italiani a partire dal 1° agosto 2025. Frescobaldi ha sottolineato che il danno stimato per le imprese italiane potrebbe ammontare a circa 317 milioni di euro nell’arco di un anno.

Le conseguenze dell’accordo sui dazi

Frescobaldi ha evidenziato che il nuovo accordo rappresenta una grave minaccia per il mercato del vino italiano negli Stati Uniti. Secondo le stime, il mancato guadagno per i partner commerciali americani potrebbe raggiungere quasi 1,7 miliardi di dollari. In aggiunta, se il dollaro dovesse mantenere l’attuale livello di svalutazione, il danno per l’industria vinicola italiana potrebbe salire a 460 milioni di euro. Frescobaldi ha dichiarato: “Facciamo sin d’ora appello al governo italiano e all’Ue per considerare adeguate misure per salvaguardare un settore che grazie al buyer statunitense era cresciuto molto”.

L’incontro tra il presidente statunitense Donald Trump e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, tenutosi in Scozia, ha offerto una certa chiarezza in un contesto di incertezze commerciali. Frescobaldi ha affermato che è fondamentale affrontare il mancato ricavo lungo la filiera, al fine di minimizzare l’impatto sui prezzi al consumo. I dati indicano che una bottiglia di vino italiano, che prima veniva venduta a 11,5 dollari, potrebbe ora costare fino a 15 dollari, a causa dei nuovi dazi e della svalutazione del dollaro, portando l’aumento del prezzo finale dal 123% al 186%.

Impatto sul settore della ristorazione

L’Osservatorio dell’Unione Italiana Vini ha messo in evidenza come il settore della ristorazione subirà un impatto significativo. Una bottiglia di vino da 5 euro, infatti, potrebbe costare al consumatore finale circa 60 dollari, a causa dei costi aggiuntivi derivanti dai dazi. Paolo Castelletti, segretario generale dell’Unione Italiana Vini, ha espresso preoccupazione per l’accordo, sottolineando che, sebbene il dazio del 15% sia inferiore al previsto 30%, rimane comunque molto più alto rispetto al regime pre-dazio, che era quasi nullo.

L’Italia, con una quota del 24% dell’export vinicolo verso gli Stati Uniti, rischia di subire un impatto maggiore rispetto ad altri paesi europei. La tipologia di prodotti italiani, che punta su un buon rapporto qualità-prezzo, è particolarmente vulnerabile, con l’80% del vino in fasce di prezzo “popular”. Solo il 2% delle bottiglie italiane si colloca nella fascia superpremium.

Prospettive future per il mercato vinicolo

Secondo l’Osservatorio dell’Unione Italiana Vini, se non verranno adottate misure per ridurre i ricavi lungo la filiera, a fine 2026 il mercato potrebbe tornare ai livelli del 2019. Attualmente, il 76% delle 482 milioni di bottiglie italiane esportate verso gli Stati Uniti si trova in una “zona rossa”, con un’esposizione sul totale delle spedizioni superiore al 20%. Le regioni vinicole più colpite includono il Moscato d’Asti, il Pinot Grigio, il Chianti Classico e il Brunello di Montalcino.

L’Unione Italiana Vini attende ora il testo definitivo dell’accordo per effettuare una valutazione complessiva delle sue implicazioni sul settore.