Hai fatto domanda per il bonus nido? Attento a chi paga: potresti non vedere mai i soldi

Bonus Asilo Nido

INPS blocca i rimborsi del bonus nido - didatticanda.it

Franco Fogli

Luglio 26, 2025

Molte famiglie hanno chiesto il bonus asilo nido ma non hanno ricevuto il rimborso. Il motivo? L’INPS ora pretende che pagamento e domanda coincidano: ecco cosa sapere. 

Molti genitori si ritrovano con domande accolte ma senza rimborso. A creare confusione è un cambio di regole introdotto nel 2024, che ha modificato radicalmente le condizioni per accedere al bonus asilo nido. Il beneficio è pensato per chi ha figli sotto i 3 anni iscritti a strutture pubbliche o private autorizzate, ma il criterio per ottenerlo è ora più rigido. La nuova direttiva dell’INPS stabilisce che, per ricevere i rimborsi, la spesa deve essere sostenuta dallo stesso soggetto che ha inoltrato la domanda.

Una modifica sostanziale, che l’ente ha ufficializzato con la circolare n. 1165 del 4 aprile 2024, ma che non tutti conoscono. Così, molte famiglie scoprono solo dopo l’invio della richiesta che l’INPS ha bloccato i pagamenti. Anche le domande già accolte vengono sospese o respinte se, in fase di verifica, risultano bonifici o ricevute intestati all’altro genitore.

A chi spetta il bonus nido 2025 e cosa cambia davvero

Il bonus nido 2025 è rivolto alle famiglie con figli sotto i 3 anni o che compiono tre anni entro l’anno solare. Vale anche per bambini adottati o in affido, e per chi ha necessità di assistenza domiciliare a causa di patologie croniche. Per richiederlo, servono residenza in Italia, un ISEE minorenni aggiornato e un permesso di soggiorno regolare se si è cittadini extra-UE.

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INPS blocca i rimborsi del bonus nido – didatticanda.it

Rispetto agli anni precedenti, ci sono due grandi novità.
La prima è l’aumento dell’importo massimo per i nati dal 1° gennaio 2024: il tetto sale a 3.600 euro l’anno, contro i 3.000 precedenti, per chi ha un ISEE sotto i 40.000 euro.
Per i bambini nati prima del 2024, i limiti restano:

3.000 euro con ISEE fino a 25.000 euro

2.500 euro con ISEE tra 25.001 e 40.000

1.500 euro se l’ISEE supera i 40.000 o non è stato presentato

L’altra novità, introdotta proprio nel 2024, riguarda l’eliminazione del requisito del secondo figlio: ora il bonus massimo può essere ottenuto anche dalle famiglie con un solo figlio.

Ma la modifica che sta creando più problemi è il nuovo criterio di pagamento. Fino al 2023, bastava che uno dei genitori pagasse la retta, anche se diverso da chi aveva presentato la domanda. Dal 2024, invece, questo non è più possibile: l’INPS chiede che la domanda e il pagamento coincidano.

Pagamento e domanda devono coincidere: cosa controlla ora l’INPS

La circolare INPS n. 1165 ha cambiato tutto. Ora non basta avere i requisiti e un ISEE valido: per ottenere il rimborso del bonus nido serve che il genitore richiedente abbia anche effettuato il pagamento delle rette.

La norma vale anche retroattivamente per tutte le domande presentate nel 2024. Significa che, anche se la richiesta è stata accettata, l’INPS può bloccare l’erogazione se non riscontra prove di pagamento intestate al richiedente. Non basta più un bonifico da un conto cointestato o intestato all’altro genitore.

In fase di controllo, l’ente richiede ricevute, fatture o bonifici intestati alla stessa persona che ha fatto domanda. In caso contrario, la pratica viene sospesa o annullata. Questo sta creando disagi a molte famiglie, che si trovano impreparate e senza rimborso, pur avendo sostenuto la spesa.

L’INPS sta applicando il nuovo criterio con estrema rigidità, anche se si tratta di famiglie che avevano già completato l’iter. Chi non ha ancora presentato domanda, dovrebbe fare attenzione a intestare pagamenti e domanda alla stessa persona, altrimenti rischia di perdere l’intero importo.

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