Il recente aumento dei casi di infezione da virus West Nile ha sollevato preoccupazioni significative tra gli esperti sanitari. Miriam Lichtner, rappresentante della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit), ha lanciato un allerta dopo che sette persone sono risultate positive al virus nella provincia di Latina, con un tragico decesso di un’anziana. La situazione, che si è aggravata, richiede un intervento immediato e mirato per evitare un’ulteriore diffusione del virus.
La gravità della situazione a Latina
Il 22 luglio 2025, Miriam Lichtner ha dichiarato che i casi di infezione da West Nile rappresentano solo “la punta dell’iceberg”, suggerendo che molte infezioni possono rimanere asintomatiche. Per questo motivo, è fondamentale implementare diagnosi precoci e una mappatura attenta del territorio colpito. La dottoressa Lichtner ha sottolineato l’importanza di potenziare la sorveglianza clinica e ambientale in risposta all’emergenza, raccomandando misure urgenti per combattere il vettore, la zanzara Culex pipiens.
Gli esperti hanno evidenziato che la rete infettivologica regionale, rinforzata dopo la pandemia di Covid-19, è attiva e pronta a rispondere. Oggi, si svolgerà un vertice che coinvolgerà tutti i reparti di Malattie Infettive e i pronto soccorso del Lazio, coordinato da Emanuele Nicastri, direttore della Uoc Divisione Malattie Infettive ad alta intensità di cura dell’IRCCS INMI Spallanzani di Roma. La Regione Lazio ha già avviato operazioni di disinfestazione nei comuni interessati e sta monitorando gli insetti vettori.
La diagnosi e il trattamento del virus
Lichtner ha messo in evidenza l’importanza della diagnosi tempestiva, affermando che i professionisti nel campo dell’infettivologia sono molto attenti e impegnati nella diffusione della conoscenza riguardo a queste patologie tra i medici. I colleghi di Latina hanno dimostrato competenza nel sospettare il West Nile e nel confermare i casi con l’assistenza del laboratorio dello Spallanzani. I sintomi del virus possono assomigliare a quelli di un’influenza, includendo febbre, mal di testa e rash cutaneo, ma in alcuni casi possono manifestarsi tremori, sonnolenza e stato confusionale. È cruciale identificare subito i casi sospetti, specialmente nei pronto soccorso e tra i medici di medicina generale.
Lichtner ha anche chiarito che non esiste una cura specifica per il virus West Nile; il trattamento è principalmente sintomatico e di supporto, comprendendo idratazione e monitoraggio delle funzioni vitali del paziente. Nei casi più gravi, possono essere impiegate immunoglobuline e antivirali, come il remdesivir. La diagnosi precoce e le misure preventive sono essenziali per contenere l’infezione.
Prevenzione e sorveglianza ambientale
Miriam Lichtner ha sottolineato l’importanza della prevenzione ambientale nel controllo del virus. Le disinfestazioni devono essere eseguite utilizzando larvicidi e adulticidi, specialmente nelle aree umide e nei centri abitati. I cittadini sono invitati a contribuire attivamente, evitando ristagni d’acqua nei giardini, prestando attenzione ai sottovasi e utilizzando repellenti e zanzariere. Con l’aumento delle temperature, è fondamentale estendere l’attenzione a tutte le arbovirosi, come Dengue, Usutu, Chikungunya e Zika, poiché alcune di queste infezioni si sono già manifestate anche in Italia.
Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, ha concordato sulla necessità di monitorare attentamente la situazione, avvertendo che la registrazione di nuovi casi nel Lazio indica una crescente diffusione del virus. Il cambiamento climatico, con temperature più elevate e maggiore umidità, sta favorendo la proliferazione delle zanzare. È essenziale che i medici riconoscano tempestivamente questa infezione per prevenire complicanze gravi, in particolare nei pazienti più vulnerabili.
Gli infettivologi hanno specificato che, a differenza della Dengue, una persona infettata dal virus West Nile non rappresenta una fonte di infezione per gli altri, poiché nell’uomo l’infezione è considerata abortiva.
