Suicidio assistito: Laura Santi perde la vita dopo aver assunto il farmaco a casa

Marianna Ritini

Luglio 22, 2025

La tragica notizia della scomparsa della giornalista Laura Santi, avvenuta il 10 marzo 2025 nella sua abitazione a Perugia, ha colpito profondamente il panorama informativo italiano. La comunicazione è stata diffusa dall’Associazione Luca Coscioni, che ha rivelato come la donna, affetta da sclerosi multipla, abbia scelto di ricorrere al suicidio assistito, un gesto che ha suscitato emozioni intense e riflessioni sulla questione dei diritti in materia di fine vita.

Laura Santi, 50 anni, ha deciso di porre fine alle sue sofferenze attraverso l’assunzione di un farmaco letale, un atto che ha compiuto con il supporto del marito Stefano, sempre presente durante gli anni di lotta contro la malattia. L’associazione ha sottolineato come le condizioni di salute della giornalista siano peggiorate drasticamente nell’ultimo anno, rendendo la sua vita insopportabile. La decisione di Santi è stata preceduta da un lungo e complesso iter burocratico, che ha visto la sua richiesta di accesso al suicidio assistito approvata solo il mese scorso, dopo un’attesa di oltre due anni e mezzo.

Il percorso verso il suicidio assistito

La giornalista ha dovuto affrontare un percorso giudiziario complesso e prolungato per ottenere il riconoscimento del suo diritto al suicidio medicalmente assistito. Dopo tre anni dalla richiesta iniziale, ha dovuto superare diverse difficoltà legali, tra cui denunce e diffide, fino a ricevere, nel novembre 2024, una relazione medica che attestava il possesso dei requisiti richiesti dalla Corte Costituzionale. Solo nel giugno 2025 ha ottenuto la conferma da parte di un collegio di esperti e del comitato etico riguardo al protocollo di somministrazione del farmaco.

L’Associazione Luca Coscioni ha evidenziato l’importanza di questo passo, sottolineando come la vicenda di Laura Santi rappresenti un caso emblematico nella lotta per i diritti dei malati e per il riconoscimento della libertà di scelta in materia di fine vita. La sua storia ha messo in luce le difficoltà e le sofferenze affrontate da chi vive con malattie degenerative e ha acceso un dibattito sulla necessità di leggi più inclusive e rispettose delle esigenze dei pazienti.

La lettera d’addio di Laura Santi

Laura Santi ha lasciato una lettera toccante, che è stata condivisa dall’Associazione. In essa, ha espresso il desiderio di essere ricordata come una donna che ha amato la vita. Ha descritto il dolore e le difficoltà che ha affrontato nel corso della sua malattia, evidenziando come la sua scelta non fosse stata presa alla leggera. “Quando leggerete queste righe io non ci sarò più”, ha scritto, esprimendo il suo desiderio di non aggiungere ulteriore dolore a quello già vissuto.

Nella lettera, Laura ha invitato i lettori a comprendere il suo silenzio e la sua scelta, raccontando come ogni giorno fosse una lotta contro una sofferenza crescente. Ha condiviso il suo desiderio di vivere la vita pienamente, nonostante le limitazioni imposte dalla malattia, e ha ringraziato tutte le persone che hanno fatto parte della sua vita, dai familiari agli amici, ai medici e ai colleghi.

Laura ha anche lanciato un appello per la difesa dei diritti individuali, sottolineando l’importanza di una legislazione che rispetti le necessità dei malati e promuova la libertà di scelta in materia di fine vita. La sua lettera si conclude con un invito a combattere per i diritti e le libertà, un messaggio che risuona forte e chiaro in un momento in cui il dibattito su questi temi è più che mai attuale.