Secondo quanto riportato dall’avvocato canadese Philip Miller, il marchio di Meghan Markle sarebbe gestito da un gruppo di incompetenti che, attraverso la sua piattaforma, si limiterebbe a sfruttare la notorietà della duchessa del Sussex. Questa critica è emersa durante il podcast “The Art of the Brand”, dove Miller ha espresso la sua opinione negativa riguardo al brand “As Ever”, lanciato da Markle.
Critiche al brand di Meghan
Il 22 luglio 2025, nella trasmissione, Miller ha descritto il brand come uno dei peggiori esempi di imprenditoria che abbia mai visto. Insieme alla responsabile marketing californiana Camille Moore, ha esaminato il concetto e il lancio del marchio, sottolineando che l’azienda di lifestyle di Meghan non ha saputo conquistare il mercato. Miller ha affermato che il brand “Meghan Markle” non ha alcun valore reale, definendolo “gestito da un insieme di idioti” che si limitano a massimizzare la fama della duchessa, derivante dalla sua partecipazione a “Suits” e dal legame con la Famiglia Reale.
Strategia di marketing e autenticità
L’avvocato ha continuato la sua critica con toni sarcastici, affermando che non c’è nulla di più allettante che mettersi in lista d’attesa per un prodotto come una marmellata, evidenziando come Meghan non riesca a presentarsi in modo autentico. Secondo Miller, la duchessa sta cercando di “fingere di essere ciò che non è” e non riesce a convincere il pubblico a comprare i suoi prodotti. Ha messo in evidenza che la strategia del marchio manca di legittimità e intelligenza, e che gli investitori, tra cui Netflix, non avrebbero posto domande adeguate prima del lancio.
Origine e evoluzione del marchio
Il marchio “As Ever” era inizialmente conosciuto come “American Riviera Orchard”, in riferimento alla zona in cui Meghan vive con il principe Harry. Tuttavia, all’inizio del 2025, la duchessa ha deciso di cambiare il nome e ha iniziato a vendere una gamma di prodotti, tra cui marmellate, polveri di fiori e preparati per biscotti. Miller ha suggerito che Meghan non ha compreso appieno la sua identità, definendola una “disgregatrice” piuttosto che una semplice casalinga. Ha criticato la mancanza di coerenza nel suo brand, affermando che dovrebbe definirsi una ribelle e vendere prodotti accessibili che rappresentino una vera innovazione, invece di concentrarsi su articoli costosi.
